Derubata durante il riposino Due donne a processo
Il furto con destrezza e le truffe ai danni di persone anziane sono forse i reati peggiori: ladri senza scrupoli si prendono gioco di chi non ha sufficienti forze fisiche e mentali per reagire con prontezza.
Esecrabile quanto accaduto ad una ottantenne della Valsugana, che al risveglio dal riposino pomeridiano ha trovato il cassetto in cui custodiva l’oro completamente ripulito. Le presunte responsabili del furto sono state identificate dai carabinieri e devono rispondere davanti al giudice del reato, con l’aggravante di aver commesso il fatto approfittando delle porte lasciate aperte dalla vittima e delle circostanze, dato che la signora stava riposando.
L’episodio è accaduto nel febbraio scorso e il processo - l’udienza si è tenuta nei giorni scorsi - è stato rinviato all’autunno. Le due donne accusate di furto sono note ed entrambe hanno la recidiva specifica infraquinquennale, ossia hanno commesso lo stesso reato almeno una volta negli ultimi cinque anni. Si tratta di E.D. 60 anni, e di M.R., 26 anni, entrambe residenti nel campo nomadi di via del Ponte a Ravina.
Secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbero state loro ad entrare nell’abitazione di una signora ottantenne che vive in Bassa Valsugana, e di aver frugato in armadi e cassetti. Il furto era avvenuto una domenica pomeriggio, attorno alle 14.30. La vittima era sola in casa e stava riposando su un divanetto nella zona giorno.
Non si sarebbe dunque resa conto della presenza delle intruse, che hanno frugato in tutte le stanze finché non hanno trovato ciò che stavano cercando. I gioielli erano nel comò della camera da letto della proprietaria: c’erano la fede del marito, una collana, due catenine delle figlie con medaglietta, due anelli antichi e una spilla d’oro con brillantino. Il cassetto in cui la signora custodiva i «preziosi», che rappresentavano i ricordi di una vita, è stato completamente ripulito.
Quando la vittima si è svegliata dal riposo pomeridiano, si è resa conto dell’accaduto e ha subito chiamato i familiari e le forze dell’ordine.
Nessun segno di scasso è stato rilevato dagli investigatori, né su porte né sulle finestre. D’altronde non era stato necessario per le due malintenzionate utilizzare arnesi per forzare gli infissi, dato che la signora - come è abitudine purtroppo ancora ben radicata nei paesi - era solita lasciare la porta aperta.
L’aver approfittato proprio delle porte aperte e del fatto che la proprietaria stesse dormendo costituisce per le due imputate un’aggravante dalla quale dovranno difendersi. La piccola utilitaria sulla quale si erano allontanate era stata notata da alcuni testimoni: dopo approfonditi accertamenti, i carabinieri della compagnia di Borgo Valsugana sono riusciti a ricostruire l’accaduto e a identificare le due complici.