Lungo il fiume Brenta si fondono cinque comuni

di Massimo Dalledonne

Gli incontri sul territorio si susseguono da diverse settimane: in Valbrenta si punta a dare vita a un comune unico, una fusione tra Cismon del Grappa, Valstagna, Campolongo sul Brenta, Solagna e San Nazario. 
 
Luca Ferazzoli, primo cittadino di Cismon del Grappa e presidente dell’Unione Montana Valbrenta, ci sta lavorando da mesi. E ci crede davvero. Con lui anche gli altri amministratori. Cinque municipalità insieme per dare vita a un nuova realtà di quasi 7.500 abitanti, più grande di Borgo Valsugana. Entro il 30 giugno il progetto di legge verrà presentato, dai 5 comuni coinvolti, al Consiglio Regionale ed entro settembre la giunta regionale dovrà deliberare in merito al referendum consultivo. «Noi puntiamo a chiamare alle urne i cittadini entro la fine del 2018 - ricorda Ferazzoli - per poi, entro la primavera del 2019, arrivare all’emanazione delle legge di fusione o, in alternativa, al parere negativo motivato». 
 
Dopo la nascita del comune di Castel Ivano (una fusione a quattro, con il quinto municipio, Samone, che ha detto, in un secondo momento, no all’aggregazione) e il mancato comune unico del Tesino (favorevoli Castello e Cinte, contrario Pieve), ora ci provano anche i cinque comuni della Valbrenta. «Quello che proponiamo è un riordino territoriale - prosegue Ferazzoli - non imposto ma scelto e condiviso per razionalizzare e ottimizzare l’organizzazione istituzionale». Nascerà una sola amministrazione politica con un sindaco, una giunta e un consiglio comunale.
 
L’ufficio centrale sarà a Carpanè con sedi e sportelli del cittadino in ogni paese, un modello organizzativo articolato anche per garantire un efficace livello di rappresentanza a tutti territori coinvolti. In che modo? «Istituendo la figura dei Prosindaci. Saranno cinque, eletti direttamente dai cittadini del proprio territorio. Una figura - sottolinea l’avvocato di Primolano - di mediatore tra la municipalità ed il comune unico, interlocutore di sindaco e giunta, portavoce delle istanze, necessità e bisogni dei propri cittadini. Faranno proposte, organizzeranno attività identitarie e, soprattutto, rappresenteranno le proprie municipalità nelle cerimonie ufficiali». 
 
Una fusione che, se andasse a buon fine, porterebbe dei notevoli vantaggi economici. Oltre ai risparmi per i tagli alla politica (16 mila euro all’anno) e alla riorganizzazione amministrativa (144 mila euro annui), sul piatto ci sono 10,5 milioni di euro di contributi straordinari statali (erogati in dieci anni a decorrere dalla fusione) e 715 mila euro dalla Regione nei tre anni successivi alla nascita del comune unico. E non è finita. Altre risorse arriveranno anche dal Fondo dei comuni confinanti, che conta in tutto 80 milioni (di cui 57 per progetti stategici di interesse sovracomunale). «Contributi che potrebbero anche essere destinati al progetto della ciclopista della Valsugana, risorse di cui oggi, nel territorio della Valbrenta, non possono beneficiare i comuni di Solagna e Campolongo sul Brenta!». 
 
I cittadini partecipano in massa alle serate di presentazione. «Noi vogliamo condividere le nostre specificità, riconoscere le nostre identità in un territorio più vasto per riscoprirlo e immaginare insieme il futuro. Un nuovo modello di gestione, una fusione che non annulla le singole comunità - conclude Ferazzoli - ma le mette in sinergia e ne amplifica le potenzialità. Perché la fusione non toglie ma aggiunge. E, soprattutto, per i cinque comuni della Valbrenta coinvoltio, garantisce più servizi, più efficienza e più opportunità».

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