Giovanelli, il dolore del papà «Era l'ultima uscita stagionale»
«Era la sua ultima uscita, la stava preparando da tre giorni. L’ultima: ed invece in un attimo sono cambiate le vite di tre famiglie. La sua, la nostra, quella dei suoceri». Cerca di non lasciarsi sopraffare dal dolore Giuseppe Giovanelli, padre di Aldo. L’ex presidente della Fisi trentina ed ex sindaco di Imer, ieri è stato raggiunto a metà mattina dalla più tragica delle notizie, quella della scomparsa del figlio.
«Dobbiamo ancora capire come possa essere successo, del resto nessuno lo potrà mai dire con certezza. Ho parlato con i soccorritori, dicono che molto probabilmente è scivolato, forse mentre si stava togliendo gli sci. Quel che è sicuro è che è successo in un attimo, appena arrivato in cima. Aveva ancora lo zaino sulle spalle, all’interno aveva ancoa tutto quanto, dagli occhiali da sole al cellulare. Pochi attimi in cui è cambiato tutto. Per lui, per noi».
L’escursione di ieri, Aldo la aveva pianificata da giorni assieme a Stefano Boninsegna: «Uscivano quasi sempre assieme. Dovevano salire sul Colbricon ancora sabato, poi invece era stata rinviata. E ieri (domenica, ndr) Aldo aveva preferito rimanere in famiglia. Così avevano deciso per la mattinata di oggi (ieri, ndr») nonostante non ci fosse certo il sole. Era l’ultima, l’escursione con cui chiudere la stagione dello scialpinismo».
Lungo un itinerario che definire conosciuto è poco: «Per noi primierotti, come anche per i predazzani, il Colbricon è tra le uscite più classiche, uno dei percorsi più gettonati. Anche Aldo lo conosceva alla perfezione. Per questo è un mistero quello che può essere successo. Un destino crudele».
Una passione, quella per lo sci, che il quarantatreenne aveva ereditato proprio dal padre: «Ormai vista la mia età facevamo assieme solo un po’ di fondo. Lui aveva iniziato da ragazzino proprio con lo sci nordico, che aveva praticato anche a livello agonistico giovanile e che aveva ripreso a praticare ora, da amatore ma anche e soprattutto accompagnando la figlia nei suoi primi anni di attività. E poi aveva questa grande passione per lo scialpinismo».
Tanti i progetti per il futuro, grande l’entusiasmo, spenti in pochi istanti: «Aveva ristrutturato da poco casa appena fuori Transacqua assieme a Silvia, la moglie, aveva tanti progetti, dal lavoro allo sport alla famiglia. Ma tutto ora si è fermato».
Incredulo anche il collega Maurizio Brugnolo, compaesano del quarantatrenne che più di vent’anni fa aveva preso con sé, nella sua attività di agente di commercio, Aldo Giovanelli: entrambi erano impegnati per la California Sports: «Era con me da ventidue anni, aveva iniziato a muoversi nel mondo del lavoro con me, in un certo senso. Era un uomo del quale ricorderò sempre la passione per il lavoro e la schiettezza caratteriale. Mi piange il cuore nel pensare, ora alla moglie ed alla figlia, ai genitori, che dovranno andare avanti senza di lui».
Brugnolo ricorda come «nonostante la differenza di età - io ho sessantuno anni - con lui non era difficile trovare punti in comuni. Lo sport non era solo un elemento unificnte per quel che riguarda il lavoro, dato che siamo agenti di articoli e prodotti per l’attività sportiva, ma anche una passione comune. Credo che ora l’unica cosa da fare sia rimanere vicino ai cari di Aldo, sopratutto nei giorni a venire. Sarà quando il dolore dei primi giorni inizierà ad essere metabolizzato che sarà più difficile per tutti loro e sarà allora che tutti quelli che volevano bene ed Aldo dovranno continuare a stare loro vicino. Io oltre a questo non posso dire altro, se non ringraziare Aldo per il suo carattere che ci ha permesso di condividere un percorso lavorativo ventennale. Ciao Aldo e grazie!».