Caldonazzo, il racconto: «Un rapinatore mi ha ferito, allora ho colpito anch'io»

«La prossima volta mirerò più sotto. Ho colpito il rapinatore allo stomaco, ma se puntavo alle parti basse sarebbe stato meglio, si sarebbe piegato a metà». Ottorino Pompermaier, una vita a lavorare nei cantieri, mostra il pugno. Dalle dimensioni della mano, si intuisce che il colpo allo stomaco ricevuto dal rapinatore non è stato certamente una carezza. «Quando sono uscito dalla stanza, mi sono precipitato in cucina a prendere un grosso coltello, ma i rapinatori erano già scappati. Non hanno detto nulla, neppure una parola».

Settantasei anni ed una forte tempra: Ottorino Pompermaier di Caldonazzo non si è fatto intimorire dai malviventi. «Stavo guardando la televisione. Sono comparsi due uomini: uno davanti a me con la pistola, l’altro davanti a mia moglie con uno spray. Quello vicino a me era più basso dell’altro. Tutti e due magri, vestiti con tute nere. Uno aveva il passamontagna - racconta il signor Pompermaier - Mi sono subito alzato e lo sconosciuto mi ha dato due colpi sulla testa con il calcio della pistola. Sono sicuro che era una pistola, conosco le armi. Due colpi e cinque punti di sutura: ecco qui come mi ha ridotto. Però anch’io sono riuscito a colpirlo. Peccato che ho dato il pugno troppo alto, in pancia. Dovevo colpirlo più in basso». Lo sconosciuto con la pistola sarebbe stato il primo a scappare. «Sono andato in cucina, ho tirato il cassetto per prendere un coltello, ma quell’individuo non c’era più. Lo ho fatto scappare» prosegue il signor Ottorino.

Il complice invece ha seguito la signora fino al soggiorno, spruzzandole addosso una sostanza di cui non è chiara la composizione. Non era spray urticante, perché marito e moglie non hanno avuto particolari conseguenze. «Sono ancora molto agitata - racconta la signora Natalina - Ero appena uscita dal bagno, mi ero infilata a letto per dormire. Ad un certo punto ho sentito mio marito alzarsi. Mi sono alzata pure io e ho visto i due sconosciuti da una parte e dall’altra del letto. Sono uscita dalla camera e uno dei due rapinatori, quello alto e con la bomboletta spray in mano, mi veniva dietro. Mi ha seguito sul corridoio, fino in soggiorno. Gli dicevo di andarsene, sentivo che continuava a spruzzare, ma non so che sostanza fosse. È scappato quando mio marito è venuto in cucina per prendere il coltello. A quel punto sono corsa sul poggiolo della camera, ma non ho visto dove andavano i due sconosciuti. Mi sono messa ad urlare come una pazza, nessuno è intervenuto. Ho chiamato io i soccorsi».

Sono arrivati i carabinieri e l’ambulanza. «C’erano qui 4 o 5 auto, otto persone. In casa c’era un lago di sangue» spiegano marito e moglie. E poi c’è il «giallo» della luce. Ottorino Pompermaier stava guardando la televisione domenica sera. Ad un certo punto è andata via la corrente e sono comparsi in camera da letto i due rapinatori: non si sarebbe trattato di una coincidenza. «Forse sono stati quei due a staccare tutto. Quando sono arrivati i carabinieri hanno sistemato loro la luce - prosegue la donna - I malviventi per entrare in casa sono passati dalla veranda, spostato un mobiletto e rotto alcuni miei vasi». Eppure nessun rumore sospetto è stato avvertito né dalla coppia rapinata, né dai vicini. Neppure gli ululati della cagnetta Kelly, che accoglie abbaiando chiunque entri nel cortile della villa, hanno attirato l’attenzione di qualcuno in paese. 


 

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