I giovani riscoprono le miniere Serate fra storia e riscoperta
Un progetto per riscoprire le miniere perdute della Valsugana Orientale. Protagonisti diversi ragazzi, età compresa tra i 20 e i 30 anni.
Lo scorso anno hanno fondato Armo (Associazione per il recupero della miniera di Ospedaletto) ed in questi giorni stanno girando i vari paesi della valle per presentare una iniziativa promossa con la Fondazione Caritro, l'Accademia della Montagna e l'Istituto Degasperi.
Questa sera saranno a Borgo, appuntamento alle 20.30 in biblioteca comunale.
Una passione, quella per il territorio ed un patrimonio dimenticato (quello delle miniere), cresciuta giorno dopo giorno. Tra i protagonisti dell'iniziativa anche il geologo e speleologo Stefano Marighetti che ci racconta come è nato il progetto. «Tutto è partito da una semplice chiacchierata al bar, luogo di incontro della comunità, fucina di idee, dove la gente discute. All'inizio del millennio alcuni bambini di Ospedaletto, incuriositi dalle storie delle miniere raccontate dagli anziani del paese, si avventurarono nei boschi alla loro ricerca. Ne trovarono una ed iniziarono ad esplorarla».
Nel 2017 Stefano Marighetti svolge un tirocinio universitario al Dipartimento di Geologia dell'Università di Bologna e getta le basi per la riscoperta delle miniere perdute. La fucina di idee fa la sua magia facendo incontrare il gruppo di giovani. «A marzo dello scorso - prosegue - nasce Armo, presieduta da Massimo Cavagna . Ne fanno parte quei bambini ormai adulti che si propongono di riscoprire e valorizzare le miniere di lignite perdute della Valsugana Orientale.
Purtroppo solo qualche anziano ha ancora oggi dei flebili ricordi».
Miniere in cui si estraeva lignite, un combustibile fossile, dal 1800 fino al 1947. Lo scorso anno Armo vince il bando memoria 2018 Caritro ed inizia ad esplorare le gallerie e il complicato sistema di trasporto di combustibile. Le miniere, attive soprattutto tra le due guerre mondiali, si trovano in aree inselvatichite, abbandonate e di difficile accesso. Nel picco di produzione vennero estratte 6 mila tonnellate all'anno di lignite e l'attività estrattiva è cessata nel 1947 per il crollo del prezzo dei combustibili nazionali. Dopo una prima fase di ricerca archivistica e bibliografica sono stati individuati anche tutti i giacimenti presenti sul territorio.
Si sviluppano dalla sella che da Pieve Tesino porta a Ospedaletto, scendono sul lato destro idrografico della Val Bronzale e proseguono sull'altro lato della Valsugana, in sinistra alla Val Coalba, verso la valle del torrente Fumola.
«Ogni galleria è stata topografata creando un modello tridimensionale di tutta l'area di studio. Quella più importante, la San Antonio in Val Bronzale - conclude Marighetti - è stata studiata e catalogata dai tecnici del Muse mediante laserscanner, ossia un sistema topografico ad altissima risoluzione». L'Associazione Armo sta già proponendo attività didattiche esperienziali per bambini ed ha appena iniziato un progetto in collaborazione con gli studenti dell'Istituto Degasperi di Borgo dei corsi CAT (classe 2° e 3° geometri) e AFM (3° amministrazione, finanza e marketing) per creare un parco che valorizzi tutto il patrimonio locale. Con l'Accademia della Montagna, invece, si sta portando avanti un progetto di alternanza scuola-lavoro che impegnerà studenti e comunità per 3 anni. Iniziato a marzo, si concluderà nel 2021.