Se n'è andato Caumo, il barman di Hemingway
In paese a Borgo e in Trentino, la sua terra di origine, la scomparsa di Ruggero Caumo è passata quasi inosservata. Classe 1923, Caumo se ne è andato all’età di 96 anni: il suo nome è legato alla famiglia Cipriani e al celebre Harry’s Bar di Venezia.
Di quel locale, il barman di Borgo è stato davvero una istituzione: così lo ha ricordato Arrigo Cipriani, che lo ha definito il «genio dei barman». Parole contenute in un suo recente libro.
Nato in Valsugana nel 1923, Ruggero Caumo arriva a Venezia dopo aver lavorato per diversi anni in parecchi hotel. E nella laguna veneziana, nel 1946, è al fianco di Giuseppe Cipriani nell’apertura della locanda «Al Torcello». A soli 23 anni diventa apprendista barman, mestiere che svolge ininterrottamente fino al 1984, anno in cui decide di smettere e di godersi la meritata pensione. Dal Torcello all’Harry’s Bar, il passaggio è quasi obbligato, e la sua è un’intera vita dietro il bancone, che lo stesso Ruggero Caumo mette nero su bianco con una pubblicazione, «Ricordi del barman Ruggero all’Harry’s Bar», edita da Vin Veneto nel 1999: in tutto 144 pagine di racconti, fatti e aneddoti che parlano da soli. La prefazione gliela scrive Arrigo Cipriani, ricordando come «questo libro deve essere letto da tutti coloro che vogliono intraprendere questa carriera, dietro il banco di un bar».
Grande amico dell’Aga Khan, Ruggero Caumo diventa famoso quando viene pubblicata una foto dove è ritratto in compagnia di Arrigo Cipriani e dello scrittore Ernest Hemingway. E proprio dietro il bancone inventa il Rogers’s, un long drink a base di pesca bianca dolce, una bevanda per i palati fini che in molti hanno accostato anche al famoso Bellini.
Grande lavoratore, e bravo insegnante che negli anni ha trasmesso la sua professionalità a decine e decine di barman. Dietro al banco, lo ricordano come un uomo preciso, puntuale, onesto, sincero e puntiglioso, un vero gentleman: stimato e rispettato, per la sua grande precisione.
All’Harry’s Bar di Venezia, quando è lui il barman di riferimento, arrivano personaggi famosi: clienti da tutto il mondo, famiglie reali e Ruggero Caumo è sempre perfetto e impeccabile. Nel settore, ancora oggi viene ricordato come il mago del cocktail, assaggiati e degustati anche da famosi politici come Jimmy Carter, Margaret Thatcher, Valery Giscard d’Estaing, solo per citarne alcuni.
Ma, nonostante serva cocktail e long drink, Ruggero Caumo è astemio, beve solo acqua e ancora oggi, a distanza di diverse settimane dalla sua scomparsa, quando lo ricordano i colleghi non possono fare a meno di sottolineare che è stato il barman che ha fatto più Martini cocktail al mondo.
Astemio, rigoroso, legato alla sua terra anche se lontano fin da giovane, una volta staccata la spina e smesso di agitare lo shaker, la grande passione di Caumo fu andare in barca a pesca di orate e mormore, in sandalo a Torcello.