Vetriolo, strada chiusa Malga Masi fa ricorso contro l'ordinanza di Levico
I lavori di recupero del legname sulla strada forestale da Vetriolo a Malga Masi mettono in ginocchio l’attività dell’agriturismo (di proprietà del Comune di Novaledo): una nuova ordinanza (dopo quella del 6 novembre 2018) del sindaco di Levico vieta infatti l’accesso - sia automobilistico che dei pedoni - in considerazione dei lavori boschivi e «fino a fine cantiere», probabilmente per alcuni anni.
Così al gestore della malga, Claudio Rozza, non è rimasto che affidarsi al suo legale per il deposito di un ricorso gerarchico urgente al Presidente della Giunta Provinciale.
L’atto è stato depositato nella giornata di ieri dall’avvocato Antonio Saracino, con richiesta di annullamento della nuova ordinanza del Comune di Levico Terme n.137/2019 del 14 agosto. I motivi di impugnazione andrebbero dall’illogicità del provvedimento, all’errore sul fatto, al vizio motivazione, fino al ben più grave nocumento economico-sociale del bene pubblico in concessione.
Il nuovo provvedimento è infatti ancora più restrittivo del precedente, vietando, per quanto risulta dall’ordinanza affissa dal Comune di Levico, il transito con mezzi e a piedi sulle strade forestali e sentieri SAT n. n. E201, E203, E205, E207, E235, E303, E305, E308, E309 nonché sui percorso pedonali identificabili all’interno o ai margini del bosco a tempo indeterminato, ovvero fino a revoca.
L’avvocato Saracino precisa che le strade inibite al transito dal provvedimento comunale sono ricomprese nella municipalità di Levico Termine e collegano, quale unica via d’accesso, il fondo valle a Malga Masi rappresentando fisiologicamente un passaggio “vitale” per la perfetta gestione del bene in concessione. L’ordinanza non avrebbe quindi tenuto conto delle esigenze di esercizio e, nella parte motiva, come riferisce il legale, non vi sarebbe traccia di alcuna deroga o il minimo riferimento all’attività di Claudio Rozza che deve percorrere quel tratto stradale ogni giorno e deve avvalersi del transito dei fornitori, dei dipendenti e naturalmente dell’accesso giornaliero a piedi e anche con mezzi dei propri affezionati clienti che contano anche portatori di handicap e anziani.
Contro la restrizione aveva già protestato l’amministrazione comunale di Novaledo. Scriveva l’Assessore alle Foreste Barbara Cestele, nella ferma replica inviata al Comune di Levico il 6 agosto: “Si chiede di motivare la ragione per la quale viene bloccata l’unica strada di accesso all’esercizio di Malga Masi a Novaledo (causando di conseguenza un danno economico e di immagine considerevole per l’attività agrituristica e a tutto il comparto turistico locale)” Qualche giorno dopo, nonostante la protesta, è stata emessa la nuova ordinanza di Levico, ancora più restrittiva.
L’impugnazione promossa da Claudio Rozza punterebbe quindi all’annullamento del divieto e a una modifica consistente con previsione di una sicura elasticità di orario per agevolare il passaggio dell’utenza negli orari di maggiore lavoro per la malga, in concessione da un’altra amministrazione comunale, e un permesso a tempo indeterminato e illimitato per il gestore e i suoi collaboratori.
Anche perché, commenta Claudio Rozza, «così non possiamo andare avanti, se resta questa restrizione di Levico ci mettono in ginocchio, chiudiamo tutto e restituisco le chiavi».