Un'aula dedicata a De Marchi nella scuola etiope il ricordo dell'ex nonno vigile di Borgo
In Etiopia Giovanni De Marchi si è recato più di dieci volte. Fin dal 2006 per aiutare l’amico padre Paolo Angheben di Vallarsa, presente in Africa da circa 45 anni.
Grazie ai preziosi aiuti raccolti sia a Borgo che in tutta la Valsugana - da privati, enti e istituzioni locali - ha contribuito nella realizzazione di importanti opere. L’ultima, in ordine di costruzione, è stata la scuola materna della Missione della Consolata di Modjo dove, da qualche settimana, è stato inaugurato un grande salone che porta il suo nome.
In quell’occasione, a Modjo, una cittadina che ha gli stessi abitanti di Rovereto, c’erano anche Enza Salvo e Ferruccio Cristofari, arrivati in Etiopia per sostenere padre Angheben. Per alcune settimane si sono trasformati in elettricisti, falegnami e idraulici per la manutenzione di tutti gli edifici della Missione.
E, grazie a molti amici, così come fa da tempo Giovanni De Marchi, hanno portato gli aiuti economici che stanno facendo crescere l’edificio che conterrà le tre nuove aule della scuola materna. Una struttura che ospita oggi 350 bambini e bambine, suddivisi in classi di 50/60 piccoli. Hanno dai 4 ai 6 anni e studiano la matematica, la geometria, le scienze, l’amarico o l’oromifa ed anche l’inglese. Bambini che, assieme alle maestre e allo stesso padre Paolo Angheben, hanno dedicato un salone della scuola a De Marchi.
Dopo aver lasciato la divisa di maresciallo dei carabinieri, per oltre 20 anni De Marchi ha indossato quella di «nonno vigile», una presenza attenta per tutti i bambini delle scuole medie ed elementari di Borgo Valsugana. Dedicando, però, diverse ore delle sue giornate anche alla raccolta di fondi pro Etiopia e per padre Angheben.
In tutti questi anni le donazioni arrivate da Borgo e dalla Valsugana sono servite per costruire, nel paese di Daka Bora, una scuola per 300 bambini e per pagare le condutture necessarie per collegare il paese all’acquedotto comunale.
A Weragu è stata promossa la costruzione del ponte sul fiume Minne, le cui acque dividono in due la vallata in due: durante la stagione delle piogge il paese ed i suoi abitanti erano isolati dal resto del mondo. Tra le altre iniziative, da ricordare la costruzione della biblioteca del centro giovanile a Debre Selam, il reparto maternità nella clinica di Modjo e gli aiuti a diversi giovani per proseguire ed ultimare i loro corsi di studi. Infine, come già ricordato, la realizzazione della scuola materna di Modjo che ospita attualmente 350 bambini. In Etiopia aspettano ancora l’arrivo di Giovanni Demarchi. Questa volta per ringraziarlo, di persona, per tutto il lavoro di sostegno e di aiuto portato avanti dal 2016 ad oggi. Anche grazie a lui, all’aiuto di tante persone di Borgo e della Valsugana, di Enza Salvo, Ferruccio Cristofari e molti trentini, tanti giovani possono costruire il loro futuro e la gente etiope vivere con dignità nella loro terra. Dall’Etiopia arriva un «thank you», sussurrato in quella lingua che un giorno porterà i bambini a comunicare con il resto del mondo. Seguito da un «God bless him». Dio benedica Giovanni Demarchi. M.D.