Con la quarantena Covid la Dr Schär si riorganizza e le vendite volano
Smart working, misure di sicurezza straordinarie, solidarietà con altre aziende della zona ed una task force dedicata alla crisi. Ma anche un bonus in busta paga per i mesi di marzo e aprile per i dipendenti.
Alla Dr Schär, multinazionale altoatesina specializzata nella produzione di alimenti senza glutine, da anni presente a Borgo con un proprio stabilimento, si affronta così l’emergenza Covid-19.
«Nei primi giorni, quando c’è stato un incremento importante nella produzione - racconta il direttore Alberto Contessotto - abbiamo aumentato la produzione stoccando il materiale nei nuovi stabilimenti del Bic messi a disposizione da Trentino Sviluppo».
Nel 2019 a Borgo sono stati fatturati 36 milioni di euro dopo che, un anno prima, era stata inserita anche una nuova linea produttiva. Per garantire la produzione e, al tempo stesso, anche la sicurezza dei 195 dipendenti, l’azienda ha deciso di adottare fin da subito delle misure di prevenzione del rischio, anche quando non erano obbligatorie per legge.
«La prima cosa che abbiamo fatto - spiega Contessotto - è stata creare un team per la gestione della crisi». Obbligo di mascherine e guanti, in alcuni casi anche occhiali e, prima di iniziare ogni turno di lavoro, misurazione della febbre. È stato attivato lo smart working e i turni di chi lavora in produzione sono stati modificati per limitare al minimo i contatti non essenziali. Ma la proprietà è andato anche oltre. «È stato deciso di dare un bonus a tutti gli operatori della produzione sulle ore lavorate per i mesi di marzo e aprile. In questo modo abbiamo voluto ringraziarli per lo sforzo straordinario che stanno facendo in questo momento difficile».
Una crisi sanitaria che ha portato ad attivare una rete di collaborazione reciproca e di solidarietà tra la Dr Schär e la Menz & Gasser, azienda altoatesina presente da decenni a Novaledo. Ancora Alberto Contessotto. «Con Matthias Gasser ci sentivamo ogni sera, per confrontarci sulle iniziative da prendere per aumentare la sicurezza dei lavoratori. Noi per esempio gli abbiamo fornito delle mascherine, quando avevano difficoltà nel reperirle, mentre loro ci hanno suggerito di istituire un’assicurazione sanitaria qualora un dipendente dovesse ammalarsi». Una crisi difficile da combattere, che richiede sacrifici e misure drastiche, ma che porta anche ad evolversi. Uno dei maggiori problemi di Dr Schär, fin dalle prime settimane della crisi sanitaria, è stato quello di reperire le materie prime, a fronte di una richiesta che era aumentata di colpo. All’inizio di marzo, infatti, i consumatori temevano di non riuscire più a trovare i prodotti sugli scaffali. Una paura comprensibile vista dagli occhi di chi, celiaco o intollerante, può servirsi solo di alimenti gluten free. «In questo senso ne è nato uno spunto di riflessione per il futuro. Stiamo valutando infatti l’ipotesi - conclude il direttore dello stabilimento Alberto Contessotto - di avere più fornitori in diversi paesi, così da farci trovare preparati se dovesse scoppiare un’altra emergenza».