Gli infermieri di famiglia da ieri sono in servizio a Piné e a Pieve Tesino
Vicinanza, sostegno e attenzione alle persone fragili che convivono con patologie croniche. Gli infermieri di famiglia e di comunità sono entrati ieri in servizio nelle località di montagna di Pieve Tesino e Baselga di Piné.
La sperimentazione è stata promossa dall’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia che questa mattina ha voluto incontrare le prime due figure entrate in servizio in Trentino per augurare loro buon lavoro e mettere in luce l’importanza di potenziare e valorizzare con servizi all’avanguardia le zone più decentrate, distanti dai servizi sanitari. Accanto all’esponente della Giunta, erano presenti il direttore del Servizio professioni sanitarie, Renata Brolis, il dirigente medico Uocp d’ambito, Delia Miorelli ed i coordinatori infermieristici dell’Alta e della Bassa Valsugana, oltre ai rappresentanti delle amministrazioni locali.
Adriana Frisanco e Luca Nerobutto sono i primi professionisti ai quali è stata affidata questa sfida. Si sono insediati rispettivamente negli spazi presso lo stadio del ghiaccio di Baselga di Piné (in attesa del completamento dei lavori del nuovo “polo” sanitario comunale, nella struttura che ospitava la biblioteca) e nella sede degli ambulatori di Pieve Tesino, accanto alla farmacia. Le figure degli infermieri di famiglia - istituite a livello nazionale dal decreto Rilancio - non ricevono direttamente la visita o la chiamata dei pazienti, perché sono proprio gli operatori sanitari a mettersi in contatto con chi ha bisogno di un sostegno aggiuntivo dopo le dimissioni dall’ospedale, oppure per gestire le terapie farmacologiche per le patologie croniche (scompenso cardiaco, diabete, ipertensione arteriosa, insufficienza renale, patologie respiratorie). Ogni intervento avviene in accordo con il medico di medicina generale, con gli specialisti di riferimento e con il consenso del paziente stesso.
Per l’istituzione del servizio, che si aggiunge ed integra la presenza degli infermieri a domicilio, l’amministrazione provinciale è voluta intervenire in primis nelle comunità delle valli con maggiori difficoltà di accesso ai servizi.
In questa prima fase l’infermiere di comunità è presente in ambulatorio nelle giornate di sabato, dalle 9 a mezzogiorno, ma a partire dal mese di ottobre questa figura sarà operativa tutti i giorni negli ambiti di riferimento. Dopo i territori del Tesino e dell’Altopiano di Piné, il servizio sarà dunque attivato gradualmente nelle altre comunità del Trentino.
L’obiettivo primario è quello di facilitare l’accesso ai servizi sociosanitari, per promuovere sani stili di vita e azioni di prevenzione. Quando l’emergenza sanitaria sarà definitivamente superata, i pazienti saranno invitati direttamente negli ambulatori di prossimità, luoghi naturali di vita delle persone, per monitorare il proprio stato di salute e ricevere consigli educativi. Il contatto con i pazienti avviene ora principalmente al telefono, ma in alcuni casi l’utente potrebbe essere invitato a recarsi in ambulatorio, fissando un appuntamento.