Elisabetta Wolf, donna e sindaco: "Non abbiate paura, scendere in campo è necessario"
CALDONAZZO - Elisabetta Wolf, 52 anni e sindaco (o sindaca) a tempo pieno di Caldonazzo, è stata eletta con il 55,7% dei voti al ballottaggio dello scorso ottobre. Ha raccontato la sua esperienza nel mondo della politica, troppo spesso percepito come ambito di azione prettamente maschile. Prima di essere eletta sindaco è stata assessore per tre mandati.
Cosa significa essere un’amministratrice donna?
Prima di tutto è fondamentale capire che la politica deve essere un incontro: di generi, di idee, di età, di persone. Non sono certo a favore di una politica tutta al femminile. D’altro canto credo che per una donna buttarsi in politica sia più difficile; noi ci mettiamo sempre in discussione, lo facciamo più degli uomini. Sentiamo di dover, in quanto donne, essere sempre preparate ad affrontare ogni situazione e possibilità; è come se la società stessa ci chiedesse, o imponesse, di non dover sbagliare mai. Da qui deriva una minor fiducia in se stesse che credo sia uno degli elementi che impedisce a molte giovani e preparate donne di dedicarsi al mondo della politica.
Qual è il messaggio per queste donne che vorrebbero approcciarsi al mondo, quasi esclusivamente maschile, della politica?
A voi dico che dovete farlo, è necessario: so che la paura di commettere errori, di non essere all’altezza è tanta, ma è un percorso che vale la pena intraprendere. Alle comunità, piccole o grandi che siano, serve una figura che sappia essere forte, ma anche ascoltare, capire e aiutare e noi donne siamo portate a farlo. Negli anni da amministratrice ho capito che non tutte le persone cercano un capobranco da seguire: non vale la pena quindi imitare una sensibilità maschile, ma nell’amministrare dobbiamo conoscere noi stesse e farlo con la percezione e gli occhi di una donna.
Ci sono stati momenti difficili in politica vissuti in quanto donna?
Non nascondo che ho avuto alcune delusioni, anche recentemente, durante le ultime elezioni comunali quando pensavo che sarei stata appoggiata in toto nella mia decisione di candidarmi dopo aver lavorato per dieci anni come assessore e vicesindaco. Così non è stato, ma, anche grazie a un largo sostegno e alla vicinanza femminile, sono riuscita ad andare avanti e arrivare a raggiungere questa tappa nel mio percorso dopo 15 anni di esperienza sul campo.
Cosa l’ha spinta ad intraprendere questo percorso?
Amministrare un comune significa legarsi al territorio e alla propria gente, conoscere tutte quelle realtà che permettono di rendere il paese quello che è e cercare di puntare al benessere di tutti. Al momento dell’elezione tra l’amministratore e la comunità si crea un legame, un patto; è allora che ti accorgi di aver allargato il tuo abbraccio dalla tua famiglia a tante altre persone. Per me aiutare a risolvere piccole e grandi problematiche, ascoltare ed essere un punto di riferimento per la mia gente è fare la differenza.