Ritrovato dopo sette mesi il corpo di Albino Laner
L'ottantenne perginese era uscito a piedi dalla sua abitazione ed era scomparso senza lasciare tracce
LEVICO. Si sono chiuse ieri mattina tristemente le ricerche per Albino Laner. È stato ritrovato in località Vetriolo di Levico Terme il corpo dell'anziano scomparso lo scorso 21 agosto dalla sua casa a Sacchi, tra Masetti e Pergine, da cui si era allontanato a piedi.
Allora, a lanciare l'allarme per la scomparsa dell'ottantatreenne, erano stati i familiari che nella mattinata di ieri sono stati avvisti del ritrovamento del corpo dalle forze dell'ordine e si sono recati sul luogo per procedere con l'identificazione. Identificazione che, purtroppo, ha dato esito positivo, chiudendo il mistero della scomparsa di Laner con un insperato epilogo.
Il ritrovamento, del tutto fortuito, si deve ad un esperto geologo, sul posto per accertare la stabilità delle pendici che costeggiano la Strada comunale dei Baiti che recentemente ha subito un crollo infrastrutturale importante e sulla quale sono iniziati da poco i lavori per la sistemazione della sede stradale in somma urgenza. Il corpo è stato rivenuto tra il sentiero del ronco e la Strada dei Baiti, in località Seciaro, poco più a monte rispetto all'area interessata dai lavori di ripristino a seguito della frana.
Il geologo ha subito contattato l'amministrazione comunale nella persona del sindaco Gianni Beretta e successivamente i Carabinieri che, giunti sul posto, hanno eseguito le necessarie verifiche. Per rimuovere la salma è stato necessario l'intervento dagli uomini del Soccorso alpino di Levico, anch'essi giunti tempestivamente sul posto. L'area, vista anche la vicinanza con un maso di proprietà delle sorelle dell'uomo che si trova a Prati di Monte, poco distante dalla Chiesetta degli alpini, anche nella settimana di ricerca era stata controllata più volte.
Per una settimana intera, a partire dal giorno della scomparsa, si erano svolte ricerche e investigazioni senza tregua con ogni mezzo e tecnologia a disposizione, mettendo in piedi un'imponente macchina per la ricerca che aveva coinvolto i vigili del fuoco volontari di tutto il distretto dell'Alta Valsugana, soccorso alpino, cani da ricerca e catastrofe, cani molecolari, nuclei cinofili della Guardia di Finanza ed anche dell'unione distrettuale dei vigili del fuoco di Bolzano, oltre ai droni con le termocamere, all'elicottero e ai carabinieri e polizia locale. Ottimo camminatore, Laner, che era abituato a svolgere lunghe passeggiate e rincasare dopo un'intera giornata all'aria aperta frequentava abitualmente i sentieri che si sviluppano tra Levico, Vetriolo e passo Vezzena, nei boschi e nelle vicinanze delle varie baite di proprietà dell'anziano. Circa 500 uomini erano stati coinvolti, facendo tutto il possibile.
Era stata battuta anche la zona in cui ieri è avvenuto il rinvenimento, hanno fatto sapere i soccorritori del Soccorso alpino, ma, nell'intricato garbuglio del bosco distrutto da Vaia, non era stato trovato il corpo. Prima della conclusione delle ricerche, i cani molecolari avevano fiutato un traccia che sembrava ricondurre ai boschi della località Seciaro; i famigliari stessi avevano preso parte alle ricerche, ha ricordato il Comandante dei Carabinieri di Levico Gianluca Trentin «ma inutilmente; la zona del rinvenimento è impervia e praticamente inaccessibile, oltre che per la conformazione naturale del versante anche a causa del disastro causato da Vaia. Dopo la segnalazione ci sono voluti 30 minuti per riuscire a calarsi dal sentiero nel pendio sottostante e raggiungere il luogo del rinvenimento, che è nascosto dalla vista sia della strada che del sentiero stesso».
Un ritrovamento casuale che permette però ai famigliari di dare ad Albino una degna sepoltura; i tempi si sarebbero notevolmente accorciati se solo la rete sentieristica fosse stata agibile e la montagna più popolata da turisti e residenti.