Calceranica, piano di sicurezza dell'acquedotto dopo la scoperta di pesticidi in una sorgente: filtri e nuove fonti per garantire l'acqua
La giunta comunale ha avviato il progetto preliminare dei lavori che porteranno a una nuova sistemazione della rete acquedottistica di tutto il territorio
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CALCERANICA. La giunta comunale di Calceranica ha affidato all'ingegner Mirko Tovazzi di Trento la redazione del progetto preliminare dei lavori di sistemazione della rete acquedottistica a favore di tutto il territorio.
Come spiega il sindaco Cristian Uez, «si tratta del secondo step, che segue il momento dell'urgenza dopo che alla sorgente Slavazzi, che fornisce la rete acquedottistica di Calceranica ma sorge sul territorio dell'Altopiano della Vigolana, furono riscontrati livelli anomali di sostanze erbicide nel 2020. Un evento davvero spiacevole, ora comunque risolto anche se la fonte viene costantemente monitorata, e che ci ha dato modo di ripensare in maniera ampia tutta la nostra rete di acqua potabile».
Per garantire l'approvvigionamento idrico, infatti, la giunta comunale un anno fa (grazie ad un verbale di somma urgenza che ha garantito anche i 350 mila euro necessari ai lavori) ha approvato e quindi fatto realizzare sempre su progetto dell'ingegner Mirko Tovazzi un allacciamento provvisorio fra gli acquedotti di Calceranica e Caldonazzo, mediante la posa di tubazioni dalla rete di Caldonazzo fino al serbatoio "Giarele" in località maso Ximeli, per integrare l'approvvigionamento.Come si evince dalla delibera, per garantire comunque l'approvvigionamento minimo al territorio comunale, alla sorgente Slavazzi sono stati posti anche dei filtri ai carboni attivi ed è stato attivato anche il prelievo dalla falda al capitel de l'Ulba; ma i filtri posti alla sorgente Slavazzi sono stati concessi in uso gratuito dalla Protezione civile della Provincia di Trento e devono essere restituiti quanto prima al fine di reintegrare le scorte di apparecchiature.
Per dare quindi stabilità al sistema idrico comunale, è stato predisposto un piano operativo in due fasi, da mettere in campo a breve e medio termine.Per quanto riguarda le prime e più prossime operazioni, si prevede l'acquisto e posa in opera filtri per l'acqua scaturente dalla sorgente Slavazzi, per mantenere il prelievo nella misura di 6 litri al secondo; l'approfondimento o lo spostamento dei pozzi al capitel dell'Ulba per intercettare una falda acquifera di qualità migliore rispetto all'esistente, cui aggiungere interventi migliorativi al sistema di pompaggio; il mantenimento del prelievo dall'acquedotto di Caldonazzo con modifica sulla rete dello stesso per meglio equilibrare i consumi e l'utilizzazione dei depositi esistenti.
Più articolata invece la seconda fase operativa, nella quale si prevede, oltre al mantenimento del prelievo dalla sorgente Slavazzi e il miglioramento dei pozzi al capitel dell'Ulba e del collegamento di somma urgenza con l'acquedotto di Caldonazzo, l'attivazione di un nuovo prelievo dalla falda alle Lochere di Caldonazzo, mediante la creazione di un nuovo pozzo nelle vicinanze di quello esistente (la cui titolarità è del comune di Caldonazzo) e la costruzione di una nuova adduzione fino al deposito in località Giarele.