Nella “top ten” delle peggiori ferrovie d’Italia c’è anche la linea della Valsugana
I 96 chilometri fra Trento e Bassano sono entrati nel report di Legambiente per la “questione ruote”: «Corse soppresse e a volte anche senza bus sostitutivo». L’assessore provinciale Gottardi: «Un anno difficile, ma non per colpa di Trentino Trasporti»
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IL FATTO Capotreno strattonato da due minorenni senza biglietto
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IL PROBLEMA Valsugana: il disastro delle ruote che si consumano
TRENTO. È nella top ten delle peggiori linee ferroviarie. «Ossia quelle situazioni, in diverso modo emblematiche che evidenziano da dove si dovrebbe partire per rilanciare l'offerta di trasporto pubblico su ferro, con beneficio in termini di meno inquinamento e meno congestione nelle nostre città, ma anche di qualità della vita e ridotta spesa per le persone». Queste le parole di Legambiente che include in questa poco invidiabile classifica, anche la Trento-Bassano.
Che viene prontamente difesa dall'assessore provinciale, Mattia Gottardi: «Il 2022 è stato un anno terribile per la tratta - spiega - e questo è innegabile. Ma si è trattato di un problema contingente, binari e ruote, e non dipendente da Trentino Trasporti».
Ma partiamo da quello che dice (scrive) Legambiente. «La linea ferroviaria della Valsugana è lunga 96 km e collega importanti centri urbani lungo la direttrice tra Trento e Bassano, con il servizio gestito da Trentino Trasporti. Da circa un anno e mezzo vengono denunciati problemi di usura ai bordini delle ruote dei convogli che causano soppressioni di corse non programmate e che, in alcuni casi, non sono sostituite da autocorse».
«Da giugno 2022 queste criticità sono state ufficializzate con un orario che comprende treni e bus, ma che non sempre viene rispettato. A settembre sono stati ancor meno i treni ad essere in esercizio, sostituiti da ancor più corse in autobus, con evidenti ripercussioni sui tempi di percorrenza e sul sovraffollamento, vista la ripresa delle scuole. I problemi di usura anomala delle ruote dei treni, costringono ad una manutenzione dei mezzi molto più frequente, con i convogli costretti a fermarsi per essere sistemati e l'impossibilità di garantire le corse».
«Il 5 novembre è di conseguenza iniziato lo stop dei treni per un mese sulla tratta dovuto all'avvio del cantiere per la sostituzione delle rotaie in un tratto di 9 km, per risolvere il problema di usura anomala. In questo periodo gli autobus sostitutivi non hanno garantito un adeguato servizio perché non sufficientemente capienti, con pendolari lasciati a terra in molte occasioni. Una situazione ed un anno da dimenticare per i pendolari della linea».
Un giudizio netto e negativo, conseguenza dei problemi alle ruote dei convogli. Problema noto e affrontato, spiega però Gottardi e non limitato al Trentino. «C'era stato un errore su una partita di acciaio per i binari - dice - materiale più duro che ha inciso sulla durata delle ruote. Mediamente è di 70 mila chilometri, ma lo scorso anno è stato necessario intervenire anche dopo solo 5mila chilometri percorsi. In tempi relativamente brevi, Rfi ha sostituito i binari e si sta tornando alla normalità».
Attualmente sono 37 le corse fatte su rotaia, alcune prevedono ancora il servizio bus sostitutivo che verrà meno entro pochi mesi. «Il grande passo avanti poi - conclude Gottardi - è la nuova officina di rettifica dei treni che ci permetterà di intervenire in 4 ore per sistemare le ruote senza smontare il treno. Il che significa che saremmo pronti ad affrontare con tempi rapidissimo non solo la manutenzione ordinaria ma anche eventuali emergenze». I disagi dovrebbero, quindi essere un ricordo.