La morte di Maksymilian Pora, precipitato con il deltaplano: in lacrime la comunità di Levico
Aveva tre figli ed era impegnato anche in attività sociali il quarantenne che ha perso la vita ieri nell'incidente a Barco, dopo essere decollato da Vetriolo. Il vicesindaco: «In paese tutti conoscevano Max, un ragazzo che aveva l'aspetto smagliante della libertà»
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LEVICO TERME. È una comunità piegata dal dolore quella di Levico Terme. A sconvolgere ieri pomeriggio la cittadina nell'Alta Vasugana è stata la perdita improvvisa dell'amico, figlio e compagno Maksymilian Pora, deceduto a soli 40 anni a causa di un incidente con il suo deltaplano.
Residente a Levico, Maksymilian, conosciuto da tutti come "Max" lascia la compagna Ginevra e la figlia Dafne, di 7 anni, ma anche due gemelli, Matilde e Sebastian avuti da una precedente relazione e che a breve avrebbe visto diventare maggiorenni.
Una persona «attiva e impegnata sul territorio», come tutti lo ricordano, con delle grandi passioni che amava mostrare anche sui social. Tra queste, quella per il volo, nata qualche anno fa: lo scorso anno, dopo mesi di allenamenti, Maksymilian era riuscito a ottenere il brevetto e da quel momento aveva cominciato «a stare quasi di più in aria che a terra», ha detto commosso Luca Frisanco, ex presidente di Volo libero Trentino, associazione in cui il quarantenne era membro.
«Conoscevamo "Max" come praticamente tutti in paese. Un ragazzo che aveva l'aspetto smagliante della libertà. È una tragedia che lascerà il segno nella nostra comunità», dichiara il vicesindaco Patrick Arcais, presente sul luogo dell'incidente dopo il dramma.
Amante della natura e grande sportivo, Maksymilian era appassionato di corsa e palestra. Inoltre nel 2014 si era candidato per le elezioni comunali con il Movimento 5 stelle. Sempre nel 2014, poi, aveva contribuito alla nascita dell'associazione Localmenti per promuovere a livello locale riflessioni su temi a sfondo ambientale, che a lui stavano particolarmente a cuore.
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