Infortunio mortale alla ditta XLam di Castelnuovo, il papà: “Mio figlio non ha colpe”
Il processo penale si è chiuso in Corte d'assise proprio nei giorni in cui l'associazione no profit "Ciao Colle", fondata dalla sorella Jessica, ha organizzato l'annuale appuntamento rock a Roncegno in memoria di Stefano Colleoni, con torneo di calcetto e volley e una raccolta fondi destinata ad enti benefici
TRENTINO 8.149 infortuni sul lavoro nel 2023, otto i morti
RONCEGNO. «Mio figlio non ha colpe. Lui in quel posto di lavoro non si sentiva sicuro. Lo aveva detto alcuni giorni prima di morire». Claudio Colleoni è il papà di Stefano, vittima a soli 22 anni di un terribile incidente sul lavoro presso la ditta XLam di Castelnuovo, nel novembre 2016: venne schiacciato da un pannello di legno del peso di quasi tre tonnellate. Il processo penale si è chiuso in Corte d'assise proprio nei giorni in cui l'associazione no profit "Ciao Colle", fondata dalla sorella Jessica, ha organizzato l'annuale appuntamento rock a Roncegno in memoria di Stefano Colleoni, con torneo di calcetto e volley e una raccolta fondi destinata ad enti benefici.
Il Collegio ha ridotto la pena per Franco Paterno, all'epoca amministratore delegato dell'azienda XLam, da 2 anni a 1 anno e 8 mesi con sospensione condizionale della pena, e ha assolto Davide Saia, responsabile del servizio di prevenzione e protezione, «per non aver commesso il fatto». Per papà Claudio, anche se la vicenda è terminata dal punto di vista della legge, non c'è nulla che possa lenire il dolore per la perdita di un figlio in una circostanza così tragica.
«Credo che le pene in Italia siano ancora troppo basse per gli infortuni sul lavoro - evidenzia - Abbiamo combattuto fino alla fine perché sia portato rispetto alla memoria di Stefano, che non aveva alcuna colpa nell'infortunio». L'uomo, che si era costituito parte civile nel procedimento, affiancato dall'avvocato Andrea de Bertolini, ribadisce che le responsabilità sono dei vertici dell'azienda.
«Nessuno l'aveva formato per utilizzare quel macchinario - evidenzia - Stefano mi manca come il primo giorno. Mi viene in mente ogni volta che incontro un ragazzo per strada, quando vedo il suo cane, un boxer, una razza che amava. Tutto in casa mi ricorda di lui».