Il consorzio veneto ha deciso: ecco il progetto per la diga del Vanoi: più piccola e tutta in Trentino
Depositato lo studio di fattibilità, con quattro ipotesi alternative e la scelta per la “C”: 20,4 milioni di metri cubi a fronte di una diga costituita da due parti, una alta 84 metri l'altra 38
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VANOI. Se mai una diga verrà realizzata, sul torrente Vanoi e in val Cortella, quasi certamente non sarà quella di cui si è parlato finora, da 33 milioni di metri cubi. Ma sarà un invaso di capacità molto inferiore, pari a 20,5 milioni di metri cubi.
È quanto emerge dallo "Studio di fattibilità delle alternative progettuali" (Docfap) trasmesso nelle scorse settimane dal Consorzio di Bonifica Brenta, promotore della contestatissima iniziativa, a 143 enti e soggetti portatori di interesse che - dopo la pausa di agosto - saranno coinvolti nel dibattito pubblico, obbligatorio per legge su questo tipo di opere.
Un documento di 199 pagine dettagliatissimo, redatto dai professioni di Lombardi Ingegneria Srl, Technital Spa e Lombardi SA Ingegneri Consulenti, incaricato nell'aprile 2023, che ha preso in considerazione quattro diverse ipotesi progettuali per la realizzazione dell'invaso, mettendole a confronto tra di loro, tracciando per ognuna pregi e difetti e realizzando alla fine una analisi multicriteria con assegnazione di punteggio finale (nell'articolo in basso, i dettagli delle ipotesi a confronto).
Ebbene, rispetto all'ipotesi A da cui si è partiti (avendo a riferimento i progetti Alpina del 1956, Zollet del 1985 e Nordest del 2020), e di cui appunto si è solo e sempre parlato, a vincere il confronto è l'ipotesi C. Per motivi vari, ma soprattutto per una questione di sicurezza. Infatti, le soluzioni A e B (rispettivamente da 33,2 e 25,3 milioni di metri cubi, con sbarramenti alti 112,5 o 103,5 metri) si collocano nella parte più stretta della Val Cortella.
Ma proprio questa zona ("Zona 1") è caratterizzata da un paleo alveo del torrente Vanoi, ossia un alveo antico ora ricoperto da detriti morenici, che «introduce una serie di problematiche geologiche e geotecniche importanti», ossia «la tenuta idraulica del paleo-alveo; la stabilità dei versanti in zona di imbocco del paleo-alveo; le caratteristiche geomeccaniche e di permeabilità del setto roccioso». Sarebbero necessarie, prosegue il Docfap, massicce opere di impermeabilizzazione e messa e in sicurezza, mentre anche l'imbocco del paleo-alveo in località Case Bellotti è caratterizzato da aree di frana attive, di «instabilità significativa» che anche in fase di cantiere potrebbero dare molti problemi. Dunque, l'area individuata anche dai progetti precedenti non è considerata sicura, per la realizzazione dell'opera. Mentre quella presa in considerazione dai progettisti come possibile collocazione alternativa (Zona 2), 1,5 km a monte della prima e in un tratto di valle un po' più largo, dove sono presenti vasti depositi alluvionali, presenta meno criticità geologiche, anche se «a monte della Val Cortella, in sponda destra, è censita un'ampia frana in corrispondenza delle frazioni di Pugnai e Gasperi, a nord di Ronco-Chiesa» e «al fine di non alterare il comportamento della frana - si legge nello Studio -, la coda dell'invaso non deve in nessun caso lambire il suo piede e, nell'ottica dell'infrastruttura, ciò costituisce una importante limitazione alla quota massima che l'invaso può raggiungere, e conseguentemente all'altezza della diga e al volume del bacino».
L'alternativa C prevede un volume massimo di 20,4 milioni di metri cubi a fronte di una diga costituita da due parti, una alta 84 metri l'altra alta 38. L'alternativa D invece avrebbe una capacità di stoccaggio di 30 milioni di mc e un'altezza della diga di 97,5 metri.
A parte gli aspetti geologici e di sicurezza, nella valutazione finale l'ipotesi C - nonostante il volume di accumulo minore - è stata ritenuta in grado di soddisfare il fabbisogno idrico espresso dal Consorzio di Bonifica Brenta, garantendo il 78% in più dell'apporto attuale, apportando minori sacrifici ambientali e maggiori benefici dal punto di vista socioeconomico e turistico.
Il Documento di fattibilità delle alternative per la costruzione di una diga sul Vanoi, nelle sue 199 pagine, prende in considerazione molteplici aspetti, oltre a quelli di sicurezza. Ecco i punti distintivi.
Zona 1, soluzione A. Diga a gravità massiccia alta 112,50 metri, lunga al coronamento 179 e larga 6. Collocata in zona 1, in allineamento al "Maso Gai" e al cunicolo esplorativo del 1955, rappresenta un aggiornamento dei progetti precedenti Zollet (1985) e Nordest (2020). Volume di invaso di 33,2 milioni di mc, a fronte di un ingombro di 96 ettari andrebbero persi 91 ettari di superficie forestale. Il costo stimato è di 147.412.679 euro, incluse le opere di compensazione ambientale, l'accesso dalla ex strada provinciale, la centrale idroelettrica inglobata capace di produrre 18,6 GWh annui a fronte di una potenza installata di 5 mW. Numero operai al lavoro 120, durata dei lavori 52 mesi.
Zona 1 , soluzione B. Diga analoga alla A, alta 103,5 metri e lunga 150 metri, conterrebbe 25,3 milioni di mc. 113.157.396 i milioni necessari a costruirla, per il risparmio del 30% del calcestruzzo rispetto alla prima soluzione. La superficie forestale persa sarebbe di 77 ettari a fronte di un ingombro totale di 83 ettari. Producibilità annua di 16,5 GWh con potenza installata di 5 mW. Numero operai coinvolti 90, durata lavori 48 mesi.
Zona 2, soluzione C. Una porzione di diga incassata in alveo (alta 84 metri) e una sopra il pianoro in sponda sinistra (altra 38 metri), incorpora la morfologia naturale all'infrastruttura per ottimizzare lavorazione e volumi necessari. Lunghezza del coronamento 330 metri per un invaso da 20,4 milioni di mc, servirebbero 169.782.280 euro per costruirla, includendo 36 milioni di opere di sviluppo socio economico e 10 milioni il ripristino completo dell'ex sp80 e il suo utilizzo come pista ciclopedonale. La superficie forestale persa sarebbe di 69 ettari, l'ingombro di 72. Producibilità idroelettrica di 11,8 GWh annui con 3,2 mW di potennza istallata. Numero operai 100, durata lavori 44 mesi.
Zona 2, soluzione D. Replica il volume dell'ipotesi A in zona 2 ed è posta più a valle rispetto alla soluzione C. Altezza della diga di 97,5 metri, lunghezza di 300,92, volume massimo invaso di 30,27 milioni di mc. Costo di 260.439.874 euro incluse anche qui le opere di sviluppo socio economico-turistico previste dalla soluzione C. Ingombro di 89 ettari, superficie forestale persa di 86, l'energia prodotta potrebbe essere di 14,3 GWh annui con una potenza installata di 4 mW. Numero operai 110, durata lavori 56 mesi.