Diga del Vanoi, la Provincia di Belluno contraria: «il dibattito? Inutile e non incisivo sulle decisioni finali»
Il consigliere delegato Bortoluzzi, al termine del ”webinar” del Consorzio del Brenta: «le premesse fatte dai tecnici sono inquietanti. Di fatto, non c'è stata possibilità di contraddittorio»
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VANOI. "Confermato che la diga del Vanoi per noi non si deve fare, ci auguriamo che le prossime tappe del dibattito pubblico siano un vero e proprio dibattito, con contraddittorio. Al momento infatti siamo alla perdita di tempo". Lo afferma in una nota il consigliere delegato al demanio idrico della Provincia di Belluno, Massimo Bortoluzzi, che oggi ha partecipato al primo evento del “Dibattito Pubblico” - in modalità webinar - relativo al progetto del bacino.
Per Bortoluzzi "le premesse fatte dai tecnici sono inquietanti: è stato detto che la parte dibattimentale non sarà decisoria, ma rappresenta l'esercizio del diritto di partecipazione. Di fatto, non c'è stata possibilità di contraddittorio. E poi i progettisti hanno già detto che la soluzione zero da parte loro è esclusa, perché non realizzare l'opera significa non raggiungere gli obiettivi previsti dalla realizzazione dell'opera. Al di là del carattere lapalissiano della considerazione, tutta a favore dei proponenti, non è stata neppure considerata l'alternativa alle esigenze messe in evidenza, che sono quelle di immagazzinare acqua a uso irriguo. Non è stata considerata l'alternativa di migliorare le infrastrutture di irrigazione, e neppure il cambio delle colture, più adatte alle mutate condizioni ambientali e climatiche".
"La Provincia - ricorda quindi - ha già deliberato due volte all'unanimità la sua contrarietà al bacino del Vanoi: presenteremo un sistema di osservazioni tecniche per ribadire il concetto. Nella speranza che le prossime tappe del dibattito consentano davvero di affrontare la questione in maniera seria, valuteremo se partecipare all'evento in presenza a Canal San Bovo, dato che alla luce di quanto visto oggi pare proprio che questi incontri siano inutili, un'apertura solo formale e non incisiva sulla decisione finale, e pertanto non diano valore alla voce del territorio. Un territorio - conclude Bortoluzzi - che un anno fa ha ricordato il Vajont a 60 anni di distanza dalla tragedia".