Morto Mario Scalet «Titela», presidente dei pescatori del Primiero: lunedì era sul palco, contro la diga del Vanoi
Aveva settant’anni: dottore forestale, docente di matematica, energico «combattente» per le cause della natura e dell’ambiente
PRIMIERO. Servirebbero forse la sua dialettica e i suoi lunghi discorsi, per raccontare chi era Mario Scalet, per tutti "el Titela". La notte scorsa, cogliendo di sorpresa le comunità del Primiero e del Vanoi, quest' uomo impegnato che si è speso moltissimo per gli altri, improvvisamente all'età di 70 anni è venuto a mancare.
Negli anni '80 era diventato il presidente dell'Associazione pescatori dilettanti di Primiero, che conduceva tuttora con passione dedicandoci molto del suo tempo. A questo impegno erano legate le sue ultime due "battaglie", quella contro la scelta della Provincia di Trento di vietare l'immissione nelle acque delle specie considerate alloctone (ad esempio la trota fario). «Una scelta senza senso, che causa grosse perdite economiche al nostro territorio e finirà col danneggiare tutta la nostra attività» spiegava Mario, pronto anche a forzare la mano per far valere le sue ragioni.
L'altra battaglia era quella contro la diga del Vanoi. Era salito sul palco del teatro di Canal San Bovo non più tardi di lunedì sera, in occasione della presentazione del progetto da parte del Consorzio di Bonifica Brenta, per spiegare le ragioni per il quale secondo il suo punto di vista (che è quello di tanti altri) realizzare quell'opera in val Cortella (zona che lui conosce molto bene) sarebbe una pura follia. In quell'occasione, aveva raccolto tanti applausi. Per l'area dove scorre il torrente Vanoi, paradiso dei pescatori, Mario "Titela" aveva un'altra idea. «Penso che sia giunta l'ora - scriveva giusto una settimana fa - di discutere seriamente di cosa fare per valorizzare la Cortella e la val Schener. La mia proposta è di realizzare un sito per la conservazione della trota marmorata, ancora presente. Una specie a grosso rischio di estinzione e perciò protetta da tutte le normative europee, italiane e regionali. Il progetto prevede, in primo luogo, il recupero di tutto il materiale ittico presente e la sua analisi genetica. Reimmissione solo delle trote marmorate geneticamente pure e creazione di due zone a monte di protezione. Sarà mia cura contattare le associazioni pescatori del Vanoi, del Tesino, di Primiero e del bacino 11 (Lamon-Sovramonte)».
Nella notte tra mercoledì e giovedì, assieme al cuore, si sono fermate all'improvviso anche questo e i molti altri progetti che Mario aveva.
Chi porterà ora avanti il suo lavoro è un dilemma, ma in tanti all'interno dell'associazione pescatori hanno sempre pensato che la sua fosse una figura insostituibile. Uno come "el Titela" non è facile da rimpiazzare: aveva dato disponibilità a continuare con il suo impegno, ma lavorava per dare un futuro all'associazione anche senza la sua presenza.
C'era poi la sua passione per il mare e i giri in barca, nelle sue lunghe permanenze estive in Croazia, dove le pescate non potevano certo mancare. E l'affetto per la sua baia di montagna dove amava fare «palestra nel verde», un modo simpatico per dire che andava a fare la legna.
Era dottore forestale e la sua professione, lasciata qualche anno fa per la raggiunta pensione, era quella di professore di matematica alle scuole medie di Canal San Bovo. Tanti suoi ex alunni lo ricordano ancora come un insegnante dal cuore tenero.
Domani (sabato 14 settembre 2024) alle 15 nella chiesa di Transacqua l'ultimo saluto a Mario e l'abbraccio alla moglie Carla. Finirà sul Memorial dei pescatori primierotti che era stato inaugurato in estate al centro ittico di Imer, ma il suo nome - ci perdoneranno tutti gli altri che addobbano quell'albero di metallo - peserà un po' più degli altri, per quanto Mario ha saputo dare ad un territorio che tanto amava e che con le sue battaglie ha voluto difendere, fino alla fine dei suoi giorni.