Borgo, Dall’Oglio e gli altri “quasi” 50 beati: la causa a favore dei francesi uccisi dai nazisti
«Conclusa l'inchiesta diocesana - ha ricordato don Rattin in occasione di una serata all'oratorio parrocchiale - ora la causa di beatificazione è competenza del Dicastero per le Cause dei Santi presso la Santa Sede a Roma»
BORGO. Le parole di don Piero Rattin sono state chiare. «Ci sono buone possibilità che nel 2025 arrivino ottime notizie per la comunità di Borgo e che dopo 37 anni si possa arrivare alla conclusione della causa di beatificazione dei 51 Servi di Dio». In questi giorni, in paese, si è ricordato l'80° anniversario della morte di Alfredo Dall'Oglio (nella foto a destra), anche lui compreso nell'elenco dei 51 francesi arrestati nel 1944 a causa del loro apostolato cristiano e uccisi dai nazisti.
«Conclusa l'inchiesta diocesana - ha ricordato don Rattin in occasione di una serata all'oratorio parrocchiale - ora la causa di beatificazione è competenza del Dicastero per le Cause dei Santi presso la Santa Sede a Roma. Dalle informazioni avute dal Postulatore dell'Arcidiocesi di Parigi, sappiamo che la causa di questi martiri, compreso Alfredo dall'Oglio, ha superato l'esame degli storici e ora attende l'approvazione dei cardinali. Poi ci sarà l'autorizzazione di Papa Francesco alla loro beatificazione».
Siamo in dirittura d'arrivo tanto che, per quanto la tempistica, si parla della primavera o inizio estate del prossimo anno. Dei 51 francesi, a cui ora spetta anche il titolo di "Servi di Dio", facevano parte 10 preti, 3 seminaristi, 4 studenti francescani, 14 scouts e 20 jocisti: uno di questi era Alfredo Dall'Oglio, morto il 31 ottobre del 1944 nel campo di formazione professionale di Wùlheide, gestito dalla Polizia segreta di Stato nazista: la Gestapo.
Alla serata, allietata da un recital scritto ed interpretato dallo stesso don Piero Rattin e proposto assieme alla voce di Ugo Baldessari e la musica di Stefano Fabbro al pianoforte, era presente anche il vescovo di Trento monsignor Lauro Tisi. Un ricordo, quello di Alfredo Dall'Oglio, che ha coinvolto anche il Comune e la biblioteca di Borgo con la posa di una pietra d'inciampo. Pietra che ha trovato posto in via della Gora 21, nel centro storico del paese. In quella casa, nel 1921, era nato Alfredo Dall'Oglio prima di partire, all'età di 3 anni, con la mamma e la sorella, destinazione la Francia.
L'assessore alla cultura Mariaelena Segnana, prima, e il sindaco di Borgo Enrico Galvan, poi, hanno ricordato la figura di questo giovane borghesano raccontato, grazie alla voce di Wilma Tessaro, anche attraverso alcune lettere scritte nell'arco della sua vita: l'ultima spedita alla cugina di Borgo, Agnese Moggio, poco dopo il suo arrivo nel campo di formazione professionale di Wùlheide a Berlino. Una pietra d'inciampo per non dimenticare il suo impegno, il suo pensiero fino alla scelta di arrivare al martirio per la fede in Gesù Cristo e in Dio.
La pietra è stata benedetta dal parroco di Borgo don Roberto Ghetta alla presenza dei parenti di Alfredo Dall'Oglio, dell'intera giunta comunale e delle tante autorità civili e militari intervenute alla cerimonia. Per l'occasione era presente anche una delegazione dell'Anpi del Trentino, arrivata a Borgo per ricordare il sacrificio di questo giovane borghigiano e, con una visita alla tomba nel cimitero comunale, anche gli 80 anni dalla morte di Angelo Peruzzo.