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Turchia, migliaia di persone protestano contro l'arresto del sindaco di Istanbul
Finisce in manette Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul e principale avversario del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il primo cittadino è stato raggiunto all'alba da un centinaio di agenti che si sono recati nella sua abitazione per arrestarlo, pochi giorni prima delle primarie del suo partito dove aveva annunciato che si sarebbe candidato per correre alle elezioni presidenziali, in programma nel 2028. Il sindaco, eletto con il maggior partito di opposizione Chp, è stato messo sotto custodia in base a varie accuse, tra cui «favoreggiamento al terrorismo» in relazione al Pkk e «corruzione», mentre nelle stesse ore sono state arrestate anche altre 84 persone ritenute a lui vicine, tra cui politici di altre municipalità di Istanbul e giornalisti.
L'arresto di Imamoglu è stato accompagnato da rallentamenti e blocchi ai principali social network, come X, Instagram, Facebook e YouTube, mentre la prefettura di Istanbul ha vietato per quattro giorni manifestazioni politiche. Nonostante il divieto, gli studenti dell'Università hanno marciato a favore del sindaco, scontrandosi anche con le forze dell'ordine, e migliaia di sostenitori di Imamoglu hanno protestato a Istanbul, come anche in molte altre città turche, tra cui Ankara e Smirne. Nella città sul Bosforo una folla di migliaia di persone si è radunata davanti alla sede del comune, sfidando i divieti imposti sulle dimostrazioni dalla prefettura. «La nostra nazione darà la risposta necessaria alle bugie, alle cospirazioni, alle trappole, a coloro che violano i diritti delle persone e rubano la volontà del popolo», ha dichiarato Imamoglu mentre si trovava in custodia.
La reazione dei mercati all'arresto di Imamoglu ha portato la Borsa di Istanbul a interrompere le contrattazioni dopo che l'indice Bist ha segnato un calo del 6,87% in apertura, e ha chiuso a -8,7, mentre la lira turca ha subito una delle maggiori perdite degli ultimi mesi, segnando nuovi record negativi rispetto all'euro, che viene cambiato a 41,20 lire, e al dollaro, che viene cambiato a 37,87 lire. Già nelle scorse settimane Imamoglu era stato messo sotto inchiesta per alcune sue dichiarazioni critiche nei confronti del governo e il giorno prima dell'arresto l'Università di Istanbul aveva annullato la sua laurea, un titolo necessario per candidarsi alla presidenza della Repubblica. Imamoglu è diventato sindaco di Istanbul nel 2019, dopo avere battuto il candidato del partito Akp di Erdogan che governava la città da 15 anni.
Da allora è diventato tra le figure più importanti dell'opposizione e dopo avere vinto nuovamente le amministrative anche l'anno scorso è ritenuto il principale rivale di Erdogan, che per la Costituzione non potrebbe candidarsi per un nuovo mandato nel 2028. Il presidente turco non ha commentato l'arresto del suo rivale, mentre il ministro della Giustizia turco, Tunc, ha affermato che gli arresti si collocano all'interno della legge e la magistratura è indipendente. Il premio Nobel per la letteratura turco Orhan Pamuk ha definito «triste» e «orribile» la situazione in Turchia commentando l'arresto di Imamoglu. «Negli ultimi 10 anni non abbiamo avuto una democrazia pienamente completa in Turchia.
Perché non c'è stata libertà di espressione nel Paese. Abbiamo avuto soltanto una “democrazia elettiva” dove abbiamo potuto solo votare alle elezioni per chi volevamo. Oggi anche questa, il diritto di voto per il tuo candidato, è finita. Molto triste per il mio Paese, persino orribile!», ha detto Pamuk. Mentre Erdogan vuole fare parte della coalizione dei «volenterosi», ovvero i Paesi disposti a fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina in caso di tregua, l'arresto del sindaco di Istanbul è già stato criticato da varie capitali europee. Molti sindaci italiani, tra cui Roberto Gualtieri di Roma, Giuseppe Sala di Milano e Sara Furano di Firenze, hanno lanciato un appello a favore di Imamoglu.