Brentonico, "cittadinanza" per i figli di stranieri
È poco più che un gesto simbolico, perché le norme sulla nazionalità si decidono a Roma, certo non a Brentonico. Ma è un segnale importante. Il consiglio comunale dell'altopiano ha deliberato di concedere la cittadinanza a tutti i figli minorenni di stranieri che siano nati in Italia. Una scelta fatta sulla spinta di una mozione consigliare, che recepisce gli appelli, in questo senso, di personalità quali il ministro Andrea Riccardi e il presidente Giorgio Napolitano
È poco più che un gesto simbolico, perché le norme sulla nazionalità si decidono a Roma, certo non a Brentonico. Ma è un segnale importante. Il consiglio comunale dell'altopiano ha deliberato di concedere la cittadinanza a tutti i figli minorenni di stranieri che siano nati in Italia. Una scelta fatta sulla spinta di una mozione consigliare, che recepisce gli appelli, in questo senso, di personalità quali il ministro Andrea Riccardi e il presidente Giorgio Napolitano.
«L'abbiamo fatto come segnale di apertura e come segno di civiltà - spiega il sindaco Giorgio Dossi - perché questi ragazzi crescono qui, frequentano le scuole accanto ai nostri figli, hanno una vita di relazione che è la stessa, è giusto che abbiano gli stessi diritti». Per ora la mozione, pur approvata, ha avuto poca pubblicità. Perché la congiuntura politica ha spinto per un rallentamento. Ma è temporaneo: «Abbiamo inviato la delibera del consiglio comunale al presidente della repubblica ed al ministro -spiega ancora Dossi - e avevamo intenzione di fare immediatamente una cerimonia per consegnare a questi ragazzi un segno. Ma la caduta del governo e le imminenti elezioni hanno portato a rimandare: dopo il voto invieremo un'altra lettera al nuovo governo, e chiameremo questi ragazzi, per spiegare loro la nostra decisione».
Saranno convocati, i 42 stranieri che vivono sull'altopiano e sono nati in Italia, sarà spiegato loro che anche se il resto d'Italia li considera diversi, Brentonico cerca di spingere perché le cose cambino. Non è il primo comune - nel resto della penisola ci sono altri esempi - ma in Trentino non molte municipalità si sono fermate a riflettere sulla questione.
Una questione, per altro, che coinvolge sempre più persone. In Italia si conta siano mezzo milione. Persone che hanno emesso il primo vagito nel Belpaese, in molti casi che hanno conosciuto l'italiano come prima lingua - spesso come unica lingua - che per l'intera infanzia ed adolescenza si sono immaginati uguali agli altri, con lo stesso diritto di costruirsi un futuro qui. Gente che in alcuni casi torna al paese d'origine dei genitori solo per salutare i nonni, certo, ma che magari fatica a trovare cose in comune con una terra che non è mai stata la loro. Ecco, questa gente cresce senza preoccuparsi di permessi di soggiorno. E poi compie i 18 anni. Per il resto dei loro compagni, il traguardo che apre le porte alla patente. Per loro, la porta verso una condizione di diversi. Di stranieri, appunto.
È questa condizione che da più parti si è cercato di cambiare. La convenzione europea sulla nazionalità - non ancora ratificata dall'Italia - invita gli stati a facilitare l'acquisizione della nazionalità «per le persone nate sul territorio e ivi domiciliate legalmente ed abitualmente». Un appello a cui si sono aggiunti recentemente quello appunto di Napolitano e di Riccardi. Un appello che sull'altopiano ha accolto l'intero gruppo consiliare «Brentonico futura» - col sostegno di Maurizio Passerini del Pd - che ha presentato in consiglio comunale una mozione. Ed è su quella che l'assemblea si è espressa. Ne ha discusso, ha modificato il testo - in origine si chiedeva di concedere la cittadinanza anche ai maggiorenni in Italia da più di 10 anni - ed ha votato. Dando, nel suo piccolo, un segnale preciso di apertura e democrazia.