«O governo 5 Stelle o governo 5 Stelle»
«Se Napolitano fa un altro nome è tutta un'altra storia». A dirlo è il capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Senato, Vito Crimi. «Non voteremo mai - sottolinea Crimi - un governo targato Pd anche se guidato da una persona terza». Quindi per l'esponente del M5S un nome estraneo ai partiti «è bene che il Pd non lo faccia, oppure lo brucia». Beppe Grillo sul suo blog ha, intanto, dato dei "padri puttanieri" a Bersani e al Cav avvertendo che i grillini «li manderanno a casa» I tuoi commenti
ROMA - Nuovo stop del Movimento Cinque stelle al tentativo di Pier Luigi Bersani di formare un governo. I grillini, hanno detto i due capigruppo Vito Crimi e Roberta Lombardi nel colloquio trasmesso in streaming con il premier incaricato da Giorgio Napolitano, voteranno no alla fiducia e non hanno nessuna intenzione di uscire dall'Aula per consentire la nascita del governo. Un no suggellato subito dopo anche da un pesante post di Beppe Grillo sul suo blog che dà dei "padri puttanieri" a Bersani e al Cav avvertendo che i grillini "li manderanno a casa".
Da tempo, comunque, di fronte alle difficoltà della "via grillina", il Pd ha iniziato a esplorare altre ipotesi. E, pur escludendo in maniera assoluta qualsiasi apertura a larghe intese, il segretario non demorde e restano in piedi contatti perchè Pdl e Lega non impediscano la nascita di un esecutivo targato Pd a fronte, in primis, di una scelta condivisa del nuovo capo dello Stato. Tanto è vero che, anche con il contributo dell'informativa del premier Mario Monti sulla vicenda Marò, slittano a domani le ultime consultazioni del premier incaricato. Il tutto mentre il Pdl si è preso ieri 48 ore di tempo per valutare la situazione.
Bersani concluderà dunque domani le sue consultazioni con le delegazioni dei gruppi parlamentari della sua coalizione. E potrebbe, dunque, slittare a venerdì la sua salita al Colle per riferire a Napolitano dei suoi incontri di questi giorni. Questa mattina, intanto, Bersani, oltre ai Cinque Stelle, ha incontrato l'Upi che ha valutato con favore la sua ipotesi della convenzione per le riforme.