Leonardi: «Basta sprechi»

Ieri l'Adige ha iniziato l'approfondimento con il primo candidato presidente che si è ufficialmente proposto, l'autonomista Ugo Rossi. Oggi è il turno del leader del Pdl locale. Nei prossimi giorni conosceremo più da vicino i programmi e gli obiettivi anche degli altri aspiranti alla poltrona più alta di Piazza Dante

di Andrea Tomasi

leonardiTRENTO - Gioiellere, pilota di automobilismo, consigliere provinciale del Pdl, Giorgio Leonardi, classe 1964, è noto alle cronache per la vicenda del furto di orologio che ha avuto come protagonista il leader autonomista Franco Tretter. Il duello giudiziario ha visto vincitore il roveretano Leonardi: una vittoria che si è trasformata in popolarità, una popolarità che si è trasformata in consenso elettorale. È fra i candidati alla carica di presidente della Provincia. Dopo i tre mandati di Lorenzo Dellai, non risparmia critiche all'ex governatore.
Se eletto presidente, dove taglierà quel miliardo di euro all'anno di risorse in meno del bilancio provinciale?
«Ora si deve procedere a tagli selettivi, quindi agire su una serie di voci di spreco che ho ampliamente evidenziato anche nel mio libro «Il Trentino nascosto - Cosa Loro», dove si parla di solidarietà internazionale, consulenze esterne, affitti, sprechi nel settore della cultura e privatizzazione di alcune società di sistema della provincia. Sul fronte degli investimenti si dovrà procedere in modo mirato, realizzando quelle opere indispensabili a fare crescere e sviluppare i territori e a rafforzare l'economia».
Le Comunità di valle non hanno funzionato e la riforma è al palo. Meglio abolirle? O riformarle? In che modo?
«Fino dalla loro istituzione noi abbiamo evidenziato che erano solo luogo di spreco ed un ulteriore livello di burocrazia per i cittadini e le imprese. Vanno eliminate, bisogna ritornare alla semplificazione di due livelli amministrativi locali: Comuni e Provincia con competenze chiare e separate. 16 presidenti di comunità, 80 assessori e le assemblee di comunità ci costano 8 milioni di euro a legislatura. Ma soprattutto ci sono i costi burocratici di un ente intermedio».
Le imprese in Trentino hanno beneficiato a lungo di robusto sostegno pubblico. Ora non è più possibile. Gli aiuti finanziari provinciali andranno tagliati? Come? Come andrà riorganizzato il mondo delle imprese senza più contributo pubblico?
«Non è vero che le imprese in Trentino hanno usufruito di una pioggia di denaro pubblico o di incentivi. L'afflusso di denaro pubblico si è concentrato su alcuni grossi gruppi industriali o è servito per coprire i fallimenti della cooperazione, specialmente attraverso i lease-back o le partecipazioni. Agli artigiani, commercianti o piccoli imprenditori del turismo non è arrivato quasi nulla».

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