Amina resta in carcere: tensione altissima

Si allontana la libertà per Amina, la ragazza tunisina comparsa davanti al tribunale di Kairouan e condannata a pagare 200 dinari (100 euro) per avere imbrattato il muro e per il possesso, vietato, di una bomboletta di gas lacrimogeno. Il giudice istruttore incaricato delle indagini sulla vicenda ha deciso di approfondire i fatti in causa, avanzando nuove accuse di comportamento immorale, ordinando nuove indagini e fissando l'interrogatorio della ragazza per il prossimo 5 giugno

Si allontana la libertà per Amina, la ragazza tunisina comparsa davanti al tribunale di Kairouan e condannata a pagare 200 dinari (100 euro) per avere imbrattato il muro e per il possesso, vietato, di una bomboletta di gas lacrimogeno. Il giudice istruttore incaricato delle indagini sulla vicenda ha deciso di approfondire i fatti in causa, avanzando nuove accuse di comportamento immorale, ordinando nuove indagini e fissando l'interrogatorio della ragazza per il prossimo 5 giugno. Questo epilogo, assolutamente inatteso, ha suggellato una giornata ad altissima tensione per un processo che doveva risolversi in poche e scontate battute e che invece ora per Amina si è parecchio complicato perché la riapertura delle indagini non lascia molto spazio all'ottimismo. La giornata, sin dalle prime battute, è stata molto tesa, con Amina ad aspettare il verdetto, dopo undici giorni di detenzione preventiva, scattata il 19 maggio scorso quando era andata a Kairouan per lanciare la sua sfida all'islam intransigente dei salafiti. La ragazza che ieri ha parlato di un processo politico, è stata difesa, ancora nelle ultime ore, dai suoi familiari che parlano di enormi problemi psichiatrici. L'udienza si è svolta in un clima elettrico, provocato dalle proteste che, all'esterno del blindatissimo Palazzo di giustizia, sono state alimentate dai salafiti di Ansar al Sharia, inferociti per il fatto che il tribunale aveva respinto, ritenendola non sufficientemente motivata, la loro istanza per potersi costituire parte civile.

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