«La Croazia torna a casa» nell'Europa unita
La Croazia si è svegliata ieri come 28° Paese membro della Ue, obiettivo raggiunto dopo 10 anni di riforme e negoziati che hanno contribuito a cambiare profondamente il Paese balcanico. La stampa esulta con titoli quali «Benvenuta Europa», «La Croazia torna a casa», «Il sogno che diventa realtà», con lunghi inserti che presentano ai lettori tutto ciò che cambia nella vita quotidiana per i croati. Decine di migliaia di persone hanno partecipato fino a tarda notte alle feste e concerti in tutte le maggiori città del Paese, con le celebrazioni ufficiali a Zagabria, dove alla presenza di 170 delegazioni straniere, si sono esibiti 700 artisti
La Croazia si è svegliata ieri come 28° Paese membro della Ue, obiettivo raggiunto dopo 10 anni di riforme e negoziati che hanno contribuito a cambiare profondamente il Paese balcanico. La stampa esulta con titoli quali «Benvenuta Europa», «La Croazia torna a casa», «Il sogno che diventa realtà», con lunghi inserti che presentano ai lettori tutto ciò che cambia nella vita quotidiana per i croati.
Decine di migliaia di persone hanno partecipato fino a tarda notte alle feste e concerti in tutte le maggiori città del Paese, con le celebrazioni ufficiali a Zagabria, dove alla presenza di 170 delegazioni straniere, si sono esibiti 700 artisti.
«In questo giorno si realizzano i sogni, non solo nostri, ma di generazioni di croati», ha detto il presidente Ivo Josipovic.
Ieri mattina nel centro della capitale è stata chiusa la missione diplomatica della Commissione europea ed è stata inaugurata La Casa dell'Europa, in cui si potranno ottenere informazioni e consigli sull'Ue e i vari diritti che i croati da oggi godono come cittadini dell'Unione. «La Croazia ha mostrato che è possibile superare il peso di un difficile passato, adoperarsi per la riconciliazione e un futuro migliore. Questi cambiamenti non segnano la fine di un percorso, ma un nuovo inizio», ha detto all'inaugurazione dell'edificio il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. «Come i croati hanno cambiato il proprio Paese, ora la Croazia può contribuire a cambiare in meglio anche tutta la regione dei Balcani», ha osservato.
«Oggi continua un grande lavoro, che probabilmente non finirà mai, il nostro destino non è mai stato così forte nelle nostre mani e la realizzazione dei nostri obiettivi dipenderà dalle nostre capacita», ha affermato il primo ministro croato, Zoran Milanovic.
Con l'adesione della Croazia alla Ue, i confini esterni dell'Europa unita si spostano verso la Serbia, la Bosnia-Erzegovina e il Montenegro, dove ieri notte sono stati messi in atto controlli più severi e rigidi su persone e merci, ed erette le tabelle con la scritta «Unione europea». Da segnalare che si tratta di un confine di 1377 chilometri, il più lungo che uno stato della Ue abbia con Paesi non membri.
Per fare un paragone, quello tra la Finlandia e la Russia è di 1340 km, mentre la frontiera della Polonia con Russia, Ucraina e Bielorussia raggiunge i 1155 km. La Croazia non è però ancora entrata nella zona Schengen di libera circolazione delle persone, e controlli, seppur molto più leggeri, resteranno per alcuni anni ancora alle frontiere con l'Ungheria e la Slovenia.