Schettino in aula accusa il timoniere
Per la prima volta Francesco Schettino ha parlato al processo che lo vede come unico imputato, accusando il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin di aver sbagliato la manovra decisiva. E questo mentre a Firenze il procuratore generale presso la corte d'appello ha presentato un ricorso in Cassazione sui cinque patteggiamenti decisi dal gup di Grosseto a luglio per altrettanti co-indagati
Per la prima volta Francesco Schettino ha parlato al processo che lo vede come unico imputato, accusando il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin di aver sbagliato la manovra decisiva. E questo mentre a Firenze il procuratore generale presso la corte d'appello ha presentato un ricorso in Cassazione sui cinque patteggiamenti decisi dal gup di Grosseto a luglio per altrettanti co-indagati.
È ripartito così a Grosseto il processo per il disastro della Costa Concordia: da una parte Schettino ha speso in aula le sue conoscenze tecniche per difendersi, dall'altra si è allungata una mezza ombra sui patteggiamenti ormai dati per questione consolidata: su questa novità il procuratore Francesco Verusio ha detto però che sarà dimostrata «la correttezza del lavoro» della procura di Grosseto.
In aula, ieri, Schettino - che finora non ha mancato un'udienza - è intervenuto, autorizzato dal presidente, due volte per chiarire pezzi di discussione fra le parti e i periti del gip (una terza volta è stato invitato a contenere le sue dichiarazioni). Si dibatteva di quanto l'errore del timoniere indonesiano influì sull'incidente e sull'entità dell'impatto contro gli scogli. E lo ha di fatto accusato.
In entrambi gli interventi, Schettino ha proposto una delle sue linee difensive: «Ho chiesto al timoniere di mettere i timoni a sinistra, l'errore è stato di non farlo - ha detto - Se non ci fosse stato l'errore del timoniere, non avremmo preso quello schiaffo» dagli scogli.
Oggi, intanto, nel relitto della Concordia cominceranno le ricerche dei due dispersi.