Ucraina, 50mila in piazza
Non si spegne la protesta antigovernativa in Ucraina. Circa 50 mila persone si sono riunite ieri in Maidan Nezalezhnosti, la piazza Indipendenza di Kiev da più di due mesi cuore delle manifestazioni «europeiste», per ascoltare le parole dei leader dell'opposizione appena tornati dal vertice sulla sicurezza di Monaco, dove hanno raccolto il prezioso appoggio di alcuni governi occidentali. Appoggio che, stando al capogruppo del partito di Iulia Timoshenko, Arseni Iatseniuk, potrebbe anche tradursi in un aiuto finanziario «al popolo ucraino», nonchè in una mediazione internazionale nelle trattative con il governo «per evitare interpretazioni contrastanti»
Non si spegne la protesta antigovernativa in Ucraina. Circa 50 mila persone si sono riunite ieri in Maidan Nezalezhnosti, la piazza Indipendenza di Kiev da più di due mesi cuore delle manifestazioni «europeiste», per ascoltare le parole dei leader dell'opposizione appena tornati dal vertice sulla sicurezza di Monaco, dove hanno raccolto il prezioso appoggio di alcuni governi occidentali. Appoggio che, stando al capogruppo del partito di Iulia Timoshenko, Arseni Iatseniuk, potrebbe anche tradursi in un aiuto finanziario «al popolo ucraino», nonchè in una mediazione internazionale nelle trattative con il governo «per evitare interpretazioni contrastanti».
Ma a Monaco c'era anche il ministro degli Esteri di Kiev, Leonid Kozhara, che ha avuto un duro faccia a faccia con il campione di boxe Vitali Klitschko, uno dei tre leader dell'opposizione. Il «dottor Pugno di ferro» ha mostrato al ministro le foto dei feriti negli scontri con la polizia a Kiev e dei manifestanti picchiati dagli agenti, ma Kozhara per tutta risposta ha accusato Klitschko di appoggiare i gruppi di estrema destra che hanno preso parte ai combattimenti delle ultime settimane e che «indossano loghi ed emblemi che sembrano quelli dei nazisti». Gli scontri tra polizia e dimostranti sono iniziati il 19 gennaio, quando gruppi di antigovernativi hanno attaccato con bastoni e molotov un cordone di agenti a difesa dei palazzi del potere. In prima fila c'erano in effetti dei gruppi paramilitari di destra, riuniti nella sigla «Right Sector». Alla lotta si sono però aggiunte persone che con il nazionalismo non hanno niente a che vedere, semplici cittadini che vogliono far cadere a tutti i costi «il regime» del presidente Ianukovich. E l'opposizione ha deciso di appoggiarli.