Della Valle contro Moretti «Abbia la dignità di andarsene»
Non accenna a placarsi la polemica sui compensi dei manager pubblici innescata dalle dichiarazioni dell'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, che venerdì ha «minacciato» di andarsene se gli sarà tagliato lo stipendio da 870mila euro l'anno. La «bordata», ieri, è arrivata da Diego Della Valle, patron della Tod's e socio di Ntv, concorrente diretto dell'ex monopolista ferroviario, che ha chiesto a Moretti di «andarsene a casa»
Non accenna a placarsi la polemica sui compensi dei manager pubblici innescata dalle dichiarazioni dell'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, che venerdì ha «minacciato» di andarsene se gli sarà tagliato lo stipendio da 870mila euro l'anno.
La «bordata», ieri, è arrivata da Diego Della Valle, patron della Tod's e socio di Ntv, concorrente diretto dell'ex monopolista ferroviario, che ha chiesto a Moretti di «andarsene a casa». E sul tema, in serata, parlando al Tg1, è intervenuto nuovamente il premier Matteo Renzi.
«Resisteranno a parole» ha detto Renzi dei manager, «ma poi è naturale che le cose cambino: non è possibile che l'a.d. di una società guadagni 1.000 volte in più dell'ultimo operaio, è un principio di giustizia sociale. Noi non molliamo».
Pesanti le parole di Della Valle: «Se Moretti avesse il coraggio e la dignità di andarsene - ha detto Della Valle - troverebbe milioni di italiani pronti ad accompagnarlo a casa: sono tutti i viaggiatori costretti a viaggiare con tanti disagi sui treni delle ferrovie Italiane, costretti a subire ritardi ingiustificati, a viaggiare su treni vecchi, ad usare stazioni decrepite e poco sicure, senza nessun rispetto per la loro dignità. Spetta a loro, infatti, il diritto di giudicare come le Ferrovie dello Stato sono gestite». E non basta. Per l'imprenditore marchigiano «è ora di fare chiarezza su tutti i rapporti che intercorrono fra le Ferrovie, Moretti e i politici che, tranne qualche rara eccezione, sono completamente appiattiti su di lui, permettendogli di fare tutto quello che vuole».
Un «consiglio» a Moretti lo ha dato invece Guglielmo Epifani: «Non dia soddisfazione ai tanti che non lo vogliono più alla guida delle Fs», accetti il taglio dello stipendio. Mentre Pierferdinando casini ha invitato il governo a distinguere tra chi fa un buon lavoro (come Moretti, ha detto) e tra chi non fa nulla. Della necessità di ridurre «la forbice fra le retribuzioni dei manager e quelle dei lavoratori» ha parlato infine la leader Cgil Susanna Camusso, che ha proposto di agganciare i salari dei manager ai risultati.