Affonda un barcone: l'ennesima strage
Duecento migranti li hanno salvati le navi italiane e i mercantili dirottati in zona, 14 li hanno recuperati già cadaveri, molti altri, probabilmente altri 200, sono già in fondo al mare se è vero che sul barcone erano in quattrocento: l'ennesima strage di migranti si compie a 40 miglia dalle coste della Libia, a pochi giorni di distanza da un altro naufragio costato la vita a una quarantina di persone partite dalle coste orientali del paese nordafricano
Duecento migranti li hanno salvati le navi italiane e i mercantili dirottati in zona, 14 li hanno recuperati già cadaveri, molti altri, probabilmente altri 200, sono già in fondo al mare se è vero che sul barcone erano in quattrocento: l'ennesima strage di migranti si compie a 40 miglia dalle coste della Libia, a pochi giorni di distanza da un altro naufragio costato la vita a una quarantina di persone partite dalle coste orientali del paese nordafricano. Segno che, probabilmente, non bastano più gli sforzi che l'Italia sta facendo con Mare Nostrum ed occorre, invece, mettere in piedi una missione internazionale per tentare di bloccare i trafficanti di morte e consentire alle migliaia di richiedenti asilo che si trovano in Libia di poter presentare le domande in quel paese.
La notizia del naufragio ieri ha cominciato a circolare attorno alle 13, quando un Atr della Guardia Costiera ha raccolto l'sos lanciato da un'imbarcazione in difficoltà. I migranti si trovavano ad un centinaio di miglia a sud di Lampedusa, più vicini alle coste libiche che a quelle italiane, nei pressi di una piattaforma petrolifera. Cosa sia accaduto lo racconteranno nelle prossime ore i migranti che si sono salvati: quel che è certo è che il barcone è affondato. E non è affatto escluso che si possa esser verificato quel che il direttore dell' Immigrazione del Viminale Giovanni Pinto aveva riferito poco meno di dieci giorni fa al Parlamento: dalla Libia, disse citando informazioni d'intelligence, partono sempre più spesso imbarcazioni fatiscenti perché i trafficanti di morte sanno che le navi italiane vanno a prendere i migranti fin quasi al limite delle acque territoriali libiche.
Nella zona del naufragio sono stati immediatamente dirottati alcuni mercantili, che hanno soccorso i primi naufraghi e recuperato i cadaveri, oltre a due motovedette della Guardia Costiera, una della Guardia di Finanza e le navi Sirio e Grecale della Marina Militare. Un'ora dopo il naufragio i primi mezzi di soccorso erano già nel punto dove è affondato il barcone, ma per molti migranti era già troppo tardi.
E con i morti ancora da recuperare, riparte, puntuale, il balletto della politica, con l'Italia che rinnova le accuse all'Europa di lasciarla sola e Bruxelles che, almeno stavolta, sembra ammettere le sue responsabilità.
Matteo Renzi sarà in Sicilia domani. Ieri intanto Angelino Alfano ha «minacciato» Bruxelles: «Le nostre navi sono lì a recuperare morti e a soccorrere i vivi, l'Europa non ci sta aiutando. O l'Europa ci aiuta a presidiare la frontiera o faremo valere il principio che il diritto d'asilo riconosciuto dall'Italia si possa esercitare in tutta Europa». Da Bruxelles risponde il commissario per gli affari interni Cecilia Malmstrom, aprendo alle richieste dell'Italia. «Sono scioccata. Chiedo a tutti gli Stati membri di discutere nel prossimo Consiglio Interni come si può contribuire. È ora che gli Stati passino dalle parole ai fatti».