La grande festa a Berlino: 25 anni fa cadde il Muro
Oggi a Berlino si celebra il 25/esimo anniversario della caduta del muro. Il clou alla Porta di Brandeburgo con Barenboim che dirigerà l'Inno alla gioia e 8.000 palloncini che saranno liberati in volo. Merkel ricorda l'evento: «Questa città ha scritto la storia». Ma l'ultimo leader dell'Urss Gorbaciov accusa l'Occidente: «Il mondo è sull'orlo di una nuova guerra fredda».
Sembrano lampioni, ma sono pronti a volare. Ottomila ballons percorrono 15 km sulle tracce del Muro di Berlino. Accesi venerdì dal sindaco Klaus Wowereit hanno dato ufficialmente il via alle celebrazioni per i 25 anni dalla caduta del confine che divise la città per 28 anni. Mentre al Checkpoint Charlie, invecchiato ma in jeans, è arrivato «Gorby».
Con la missione di unire rievocazione storica ad azione politica: vuole redarguire Angela Merkel a tutela delle relazioni russo-tedesche. La commemorazione di questo importante anniversario, che ricorre oggi, è iniziata al Bundestag, con un colpo di scena che ha scaldato gli animi. Wolf Biermann, cantautore dissidente della DDR, era stato invitato a dedicare un brano del suo repertorio. Ne ha approfittato, invece, per attaccare la Linke con toni che hanno spiazzato tutti. Seduto su un gradino, la chitarra fra le braccia, Biermann ha puntato gli esponenti della sinistra radicale tedesca e ha detto con voce calma guardandoli dagli occhiali: «Siete il miserevole resto di quello che per fortuna è stato superato». Gelo in aula. «Quando sarà eletto deputato potrà parlare adesso è qui per cantare», lo ha richiamato il presidente della Camera. Ma Biermann non ha affatto ritrattato: «Non ho perso l'abitudine di parlare nella DDR - ha replicato al contrario - e non lo farò certamente qui adesso». Quindi ha finalmente cantato Ermutigung, Incoraggiamento.
L'uscita del dissidente che nel 1976 perse la cittadinanza dell'ex repubblica democratica, e che canterà davanti ad Angela Merkel, ha occupato i titoli della festa. Del resto le sue parole sono la dimostrazione del fatto che la storia dei berlinesi venga rievocata su ferite ancora aperte. Sul regime socialista, demolito dalle picconate nella capitale un tempo divisa, si litiga ancora.
«Come reagii quando Reagan disse «Mr Gorbaciov tear down this wall?» Non lo presi molto sul serio in effetti. Mi dissi che era un attore, e che doveva trattarsi di una messa in scena», ha raccontato l'ex leader sovietico, incontrando una folla di giovani al Chekpoint Charlie.
Gorbaciov ha affrontato il tema che in questi giorni gli sta a cuore: «Dobbiamo trarre insegnamento dalla storia. Fino a quando Germania e Russia si capiscono va bene ai nostri due popoli. Dobbiamo stare attenti che le cose continuino in questo modo. E non perdere il momento per la distensione». È l'altro fronte, quello esterno, che rende il 25/imo anniversario della caduta del Muro di Berlino momento di particolare suggestione: mentre si tenta di scongiurare una nuova guerra fredda, che riesumi una cortina di ferro nell'est dell'Europa.
Merkel, con il crollo del muro Berlino ha scritto la storia
«Questa città ha scritto la storia»: così Angela Merkel, stasera alla Neue Nationalgalerie, ha reso omaggio a Berlino, 25 anni dopo la caduta del Muro. «La spinta dell'umanità alla libertà non si lascia soffocare a lungo», ha detto inaugurando i lavori della «Falling Walls Conference». «Serve coraggio - ha continuato la cancelliera - per combattere per la libertà, e serve coraggio per usare la libertà».
Intanto turisti e berlinesi, passeggiano fra i ballons, in attesa della festa, quando alla Porta di Brandeburgo Daniel Barenboim dirigerà l'Inno alla gioia e i palloni saranno liberati in volo. Due milioni di persone sono attese in questi giorni nella capitale. Per loro, una buona notizia: da domenica potranno usare l'S-Bahn. I macchinisti della Deustche Bahn hanno accorciato lo sciopero che ha rubato la scena al muro per qualche ora.