L'ultimo saluto di Ugo Rossi all'amico Diego Moltrer
Un tweet struggente, una lettera rivolta a un amico. Così il presidente della Provincia, Ugo Rossi, ha salutato per l'ultima volta Diego Moltrer. Ecco il testo:
«Caro Diego,
com’è difficile per me, ma credo anche per molti di noi che ti hanno conosciuto e che oggi sono qui accanto a te, doverti salutare per l'ultima volta.
Caro Diego, perdonami se mi rivolgo a te com’ero abituato a fare fino a ieri, come se ti dovessi parlare con la confidenza che ci legava mentre invece sto parlando alla tua, alla nostra gente.
Difficile perché, con i tuoi cari qui davanti, ai quali voglio rivolgere, e sono certo di poterlo fare, a nome di tutti i trentini il più affettuoso pensiero di vicinanza e di solidarietá, dovrei riuscire a parlare alle donne, agli uomini e ai bambini di questa valle come sapevi fare tu. Una dote dell’animo, prima ancora che una virtù politica.
Difficile perché la tua improvvisa e definitiva mancanza ci ha privato di un punto di riferimento, proprio mentre tutti noi, questa nostra comunità, stiamo cercando dei nuovi punti di riferimento, un nuovo centro di gravità al quale ancorare il nostro futuro.
Un futuro che tu, con quel tuo gentile sorriso che regalavi a chiunque incontrassi, abeti e camosci compresi, ci stavi dando una grossa mano a disegnare. Un futuro da costruire assieme e fondato su un' idea di autonomia sentita, vissuta e praticata con le persone e per le persone e dentro le espressioni più vere ed autentiche della stessa, le nostre associazioni di volontariato, che sempre ti hanno visto in prima fila a dare il meglio di te.
Gli anni da sindaco prima, da presidente e assessore di comunitá poi e, infine, i troppo pochi ma troppo intensi mesi del tuo mandato di consigliere provinciale e di presidente del Consiglio Regionale, caro Diego, sono li a ricordarti come uno dei “grandi” nella storia delle nostre istituzioni e della nostra Autonomia.
Ma tu sei sempre stato un “grande”, perché il tuo cuore era grande, perché la tua generosità e la tua naturale capacità di ascoltare erano grandi.
Qualcuno, in questi giorni, ti ha definito un idealista, qualcun altro un “sindacalista dei cittadini”: ecco, questo eri, un vero figlio di questa terra che aveva in testa un’idea fissa, essere al servizio della propria gente.
E tu, caro Diego, eri "un mòcheno per i mòcheni” che aveva preso a cuore, nel tuo grande cuore, tutti i trentini.
Per te, da quando le elezioni provinciali ti hanno catapultato da Fierozzo a Piazza Dante, tutti i trentini erano diventati un po’ “mòcheni”, ed è per questo che io oggi chiedo a tutti i trentini di sentirsi davvero, anche loro, un po’ mòcheni.
Di prendere un po’ del tuo sorriso, della tua disinteressata disponibilità, della tua concretezza e della tua fiducia nella possibilità che la politica torni ad essere la più autentica e credibile espressione della rappresentanza di un popolo, delle sue necessità e delle sue aspirazioni.
Non so, caro Diego se saremo capaci di corrispondere fino in fondo a questa tua fiducia, ma so, e te lo promettiamo, che il nostro impegno non verrà meno.
So, caro Diego, che se penseremo a te e al tuo sorriso, sapremo andare avanti sicuri sul sentiero, quello giusto, il tuo.
Grazie Diego
Vreala Milordo.
Ciao».