Il sottosegretario Cassano (Ncd) attacca Vendola, polemica sull'omofobia
Scoppia la polemica sulle parole del sottosegretario al lavoro, Massimo Cassano del Nuovo centrodestra, che si è rivolto poco amichevolmente a Nichi Vendola scatenando una polemica con accuse di omofobia e richieste di dimissioni dal governo.
«Signor Vendola, la vera differenza tra me e lei sta nelle mani. Le sue sono fresche di continue ripassate dalla manicure, le mie hanno i calli che distinguono chi è nato nelle periferie diroccate delle nostre città del Sud - mondo a lei e ai suoi sconosciuto. Non sa cosa sia svegliarsi all’alba per lavorare. Anzi, poiché lei è l’immagine perfetta del privilegiato che vive mendicando voti in cambio di promesse, non sa anche cosa sia la soddisfazione di raggiungere traguardi fondamentali nella vita di ogni uomo potendo contare esclusivamente sulle proprie forze. No sa cosa sia il lavoro, non sa cosa sia una famiglia che ti accoglie nei momenti difficili, non immagina minimamente quali siano le gioie e le responsabilità dell’essere padre e marito. Lei si limita al racconto», aveva detto Cassano che successivamente ha accusato Vendola di strumentalizzare le sue parole con la «vecchia arma dell’omofobia».
Poco dopo, in una nota, il segretario regionale di Sel, Gano Cataldo, definiva le dichiarazioni del sottosegretario «omofobe».
La polemica tra i due è nata dopo le dichiarazioni fatte ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa, dal presidente della Regione Puglia, che aveva definito la possibilità di ritrovarsi «in coalizione con Massimo Cassano una roba da Stephen King». Vendola aveva parlato con i giornalisti a proposito del dibattito nel centrosinistra pugliese di una possibile alleanza con l’Udc, alla quale Sel si è opposta soprattutto perché a livello nazionale i centristi hanno aderito, col Nuovo centrodestra, alla Costituente popolare.
Duro il coordinatore regionale Sel Puglia Gano Cataldo: «La polemica sul merito - sottolinea - è sempre possibile e legittima. Diventa inaccettabile quando allude e insinua sulle persone. La risposta articolata da Massimo Cassano a Nichi Vendola ha esattamente queste caratteristiche: parte dal merito ma sfocia in considerazioni omofobe. Questo è inaccettabile soprattutto se proviene da un esponente politico che ricopre ruolo di governo. Sarebbe auspicabile che il sottosegretario Cassano valuti attentamente come fare un passo indietro. Le offese personali non sono mai ammissibili e ancora più gravi quando proferite dall’alto di un ruolo istituzionale. Sulla sua intenzione di non avere rapporti con Sel mi sento di rassicurarlo: siamo e saremo a debita distanza di sicurezza politica da lui e dal suo partito».
Secca anche la replica di Vendola: «Ho semplicemente indicato il nome più noto del Nuovo Centro Destra per dire che nella mia vita può capitare di tutto, ma non potrà mai capitare che io mi trovi nella medesima coalizione e nella medesima alleanza con l’onorevole Cassano di professione marito, uomo la cui storia è quella che tutti conoscono a Bari. Penso che è indecente se dovesse permanere un minuto di più nell’incarico di sottosegretario. Un uomo senza niente nel proprio curriculum che è sottosegretario per grazia ricevuta, che si permette di esprimere parole così offensive da omofobo, bigotto quale egli finge di essere. Dovrebbe essere cacciato dal governo per ragioni di decoro pubblico».
Severa la censura che arriva da Pippo Civati, esponente di primo piano dell’area dissidente di sinistra del Pd: «In attesa di approvare la legge sull’omofobia (mai?) potremmo allontanare gli omofobi dal governo. È il caso del sottosegretario che ha attaccato Nichi Vendola con un linguaggio incredibilmente omofobo e non degno di una persona che rappresenta un ministero della Repubblica (oltretutto con i nostri voti)», ha scritto nel suo profilo.
Ma anche dal capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, arrivano solidarietà aL leader di Sel e critiche a Cassano: «Un abbraccio a Nichi Vendola. Su di lui parole inaccettabili. Italia ha bisogno di più diritti. Stop omofobia».