Omicidio del piccolo Loris Perquisita la casa della mamma

AGGIORNAMENTO ORE 19.31

«Esiste una serie di video che sono allo studio. Ci sono 42 telecamere su 24 ore e sono tutte interessanti ed utili». Lo ha detto poco fa il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, in un incontro con i giornalisti per fare il punto sull’uccisione del piccolo Loris. La reazione dello Stato «davanti ad un fatto di inaudita gravità», ha detto,  è stata «molto forte» visto che a disposizione degli inquirenti «c’è il meglio delle forze di polizia del Paese».

«Non si sta indagando nei confronti di una specifica persona, si tratta di atti specifici di polizia giudiziaria per l’acquisizione di elementi che potrebbero rivelarsi utili al proseguimento delle indagini». Così Petralia, ha inoltre spiegato ai giornalisti la presenza degli investigatori in casa della mamma del piccolo Loris. Il procuratore ha poi sottolineato più volte che le uniche informazioni ufficiali riguardanti il caso sono quelle veicolate dalla Procura: tutto il resto «rischiano di essere informazioni sbagliate e che danneggerebbero, forse in modo irreparabile, le indagini».

«Una persona è stata iscritta nel registro degli indagati» e si aggiunge al fascicolo a carico di ignoti «ma per adesso non possiamo dire chi sia».

 

 

Polizia e carabinieri sono entrati oggi nell’abitazione dei genitori di Loris Stival, il bambino di 8 anni ucciso quattro giorni fa a Santa Croce Camerina, nel Ragusano. Tra loro il capo della squadra mobile Nino Ciavola e il capitano dei carabinieri Domenico Spadaro. Secondo quanto si è appreso sarebbe in corso una perquisizione autorizzata dalla procura di Ragusa. La perquisizione sembra sia stata disposta in seguito alle contraddizioni emerse durante l’interrogatorio della madre del piccolo, sentita per diverse ore dagli investigatori che hanno focalizzato l’attenzione sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza. Alcune hanno ripreso l’auto con cui la mamma stava accompagnando Andrea Loris a scuola. Soltanto che del bimbo non c’è traccia. Anzi: Loris non sarebbe sceso dall’auto della mamma, ma sarebbe tornato a casa con lei dopo circa un quarto d’ora da quando la donna e i suoi due figli erano usciti da casa: è quanto emergerebbe dall’analisi dei filmati delle telecamere. 

Le immagini registrate dalle telecamere sabato mattina fornirebbero dunque una versione diversa da quella raccontata dalla mamma del piccolo Loris. Secondo fonti qualificate le immagini racconterebbero un’altra verità: attorno alle 8 la mamma, Loris e l’altro figlio della donna uscirebbero da casa e salirebbero in auto per andare a scuola. Circa un quarto d’ora dopo, sempre secondo quanto si apprende, l’auto verrebbe inquadrata di nuovo sotto l’abitazione in via Garibaldi e si vedrebbe Loris scendere e dirigersi da solo verso casa. La macchina con a bordo la mamma, a quel punto, ripartirebbe e, ipotizzano gli investigatori agli inquirenti, si sarebbe diretta alla ludoteca per lasciare il figlio piccolo. Dopo un altro quarto d’ora circa l’auto verrebbe nuovamente ripresa dalle telecamere mentre entra nel garage sotto l’abitazione.

Le indagini si sono concentrate proprio sugli spostamenti della mamma, che afferma di aver accompagnato Loris a scuola in macchina la mattina della sua scomparsa.

Una vigilessa del comune di Santa Croce Camerina, che era in servizio davanti la scuola elementare del paese il giorno in cui è scomparso Loris Stival, è stata nuovamente sentita dagli inquirenti e dagli investigatori. La vigilessa avrebbe infatti visto quella mattina la Polo nera con a bordo la madre di Loris, ma non si ricorderebbe del bambino. Avrebbe raccontato di aver visto, sabato mattina attorno all’orario di ingresso a scuola, la mamma del piccolo Loris a bordo di una Polo nera arrivare nei pressi dell’istituto. Ma, avrebbe aggiunto la vigilessa, non ricorderebbe di aver visto il piccolo Loris. Un elemento, questo, sottolineano gli investigatori, che non sta a significare con certezza che il piccolo non era nell’automobile.

Un paio di slip sono stati trovati davanti alla scuola frequentata da Loris a Santa Croce Camerina e, secondo gli inquirenti, per caratteristiche e natura potrebbero essere quelli del bambino. La mamma, però, non li avrebbe riconosciuti.

Il dirigente della Polizia scientifica della Sicilia orientale, Giuseppina Neri, ha spiegato che il bambino "era vestito, con i pantaloni slacciati e senza slip". Fino a che non verranno eseguiti gli esami del dna sugli slip ritrovati, ha poi aggiunto il dirigente della Polizia scientifica, "non possiamo sapere con certezza se si tratta effettivamente degli slip del piccolo Loris". Il dirigente e gli uomini della Polizia scientifica sono tornati sul luogo del delitto per un nuovo sopralluogo. I risultati della ricostruzione della scena del delitto, ha precisato, non saranno pronti prima di una settimana.

Accorato l'appello del capo della Squadra mobile di Ragusa, Nico Ciavola, agli abitanti di Santa Croce Camerina: "Chiediamo aiuto alla popolazione: per noi è fondamentale in questo momento avere a disposizione tutte le immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza, che siano di abitazioni o di aziende pubbliche o private". E' l'appello cheL'obiettivo degli investigatori è quello di avere prima possibile le immagini che potrebbero aver registrato gli istanti precedenti alla morte del piccolo Loris. Immagini che, se non acquisite immediatamente, potrebbero essere cancellate in quanto i sistemi di videoregistrazione, passato un certo tempo, sovrascrivono le immagini registrare precedentemente. "Per noi è fondamentale - ha aggiunto Ciavola - cristallizzare ogni istante prima dell'omicidio".

Il procuratore: manca l'aiuto dei cittadini, parlino - "Abbiamo lanciato diversi segnali alla popolazione e con mio stupore non è arrivata alcune segnalazione". Lo ha sottolineato il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia commentando con i giornalisti la mancanza di collaborazione dei cittadini di Santa Croce Camerina con gli inquirenti che stanno conducendo le indagini sull'uccisione del piccolo Andrea Loris Stival, avvenuta sabato scorso.

Orazio Fidone, il cacciatore che tre giorni fa ha scoperto il corpo di Loris Stival, è indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla morte del bambino. L'atto disposto dalla Procura è dovuto per eseguire un esame tecnico irripetibile: accertamenti su due vetture e vestiti dell'uomo. Il fascicolo aperto dal procuratore Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota ipotizza i reati di sequestro di persona e omicidio. Gli esami, affidati alla polizia scientifica, dovranno essere compiuti su due auto dell'uomo e sui suoi vestiti, che sono stati sequestrati ieri da Squadra Mobile e Carabinieri. L'iscrizione nel registro degli indagati, è stato sottolineato, è un atto tecnico dovuto per eseguire un accertamento irripetibile, a tutela della persona indagata che potrà così, se vorrà, nominare un legale e un perito di parte.

'Sono tranquillo, non ho nulla da temere' - "No, non ci sono riscontri": così fonti investigative commentano indiscrezioni di stampa sul ritrovamento di tracce di Dna di Orazio Fidone, il cacciatore che ha ritrovato Loris Stival morto, sul corpo del ragazzino. Oggi è previsto un accertamento tecnico sull'automobile di Fidone, una Suzuky bianca, che è la vettura con la quale il cacciatore si è messo alla ricerca di Loris dopo che in paese si era sparsa la notizia della sua scomparsa perché non era entrato a scuola. "Su di me non ci sono sospetti finora solo accertamenti di routine", ha il cacciatore, sentito la notte scorsa in Questura. "Non ho un avvocato, - ha aggiunto - non ne ho nominato uno, semplicemente un mio amico mi ha assistito in questi giorni difficili. Sono tranquillo, non ho nulla da temere".

"Lasciamo lavorare gli investigatori, i magistrati e la polizia giudiziaria alla quale abbiamo dato il nostro contributo inviando i migliori investigatori dello Sco". Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha assicurato massimo impegno "per arrivare all'accertamento della verità e fare giustizia in questa tragedia ingiustificabile". "Le forze di polizia stanno profondendo il massimo impegno per una soluzione rapida e certa del caso" ha detto anche il capo della Polizia Alessandro Pansa invitando a "non creare il mostro" e sollecitando la collaborazione della comunità di Santa Croce Camerina. "Già da domenica - ha ricordato Pansa - abbiamo inviato un supporto scientifico e gli uomini dello Sco in supporto agli investigatori locali".

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