«Mafia Capitale», vero businnes erano immigrati e zingari
Su 14 dei 28 finiti in carcere nell'ambito dell'inchiesta sulla mafia romana, solo uno, l'ex ad di Ama Franco Panzironi, ha risposto alle domande del gip Flavia Costantini, respingendo le accuse e fornendo una versione dei fatti ritenuta dagli inquirenti per niente convincente. Tutti gli altri, a cominciare da Massimo Carminati, ed anche Luca Odevaine, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio di garanzia.
Ad avvalersi della facoltà di non rispondere sono stati anche Roberto Lapoco, il padre Giovanni, Riccardo Brugia, Fabrizio Franco Testa, Matteo Calvio, Agostino Gaglianone, Raffaele Bracci, Salvatore Buzzi, Giuseppe Ietto, Fabio Gaudenzi e Carlo Pucci. Un altro destinatario di ordinanza di custodia in carcere Giovanni De Carlo, legato a Carminati, è tuttora irreperibile. Panzironi, assistito dall'avvocato Pasquale Bartolo, ha negato di essere stato nel libro paga del presunto clan mafioso giudicando "un fatto normale" i finanziamenti sospetti ricevuti dalla Fondazione Nuova Italia, il cui presidente è Gianni Alemanno. Secondo la procura, quel denaro sarebbe riconducibile alla cupola affaristica gestita da Carminati. Domani gli interrogatori di garanzia di altri 14 detenuti in carcere, mentre gli otto ai domiciliari saranno sentiti entro la fine della settimana.
Alemanno, se accuse vere tradita mia fiducia - "Non ho mai conosciuto Massimo Carminati". Lo ha detto l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel corso del programma Porta a Porta. Se le accuse emerse dall'inchiesta si dimostreranno vere significherà che "i miei collaboratori hanno tradito la mia fiducia". Lo ha detto l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, commentando l'inchiesta sulla mafia a Roma nel corso della registrazione del programma Porta a Porta. "Io - ha aggiunto Alemanno - quando sono uscite le prime notizie ho chiesto a Antonio Lucarelli, Riccardo Mancini e Franco Panzironi se avevano contatti con questi criminali e mi hanno risposto 'assolutamente no'"."Io - ha sottolineato Alemanno - ho una storia di lotta contro la criminalità organizzata e la mafia. Ho chiesto più volte al Prefetto, al Questore se c'era un problema di criminalità organizzata a Roma e mi hanno detto di no. E anche alla Procura, prima di Pignatone, mi hanno detto che non c'era questo problema. Quando è arrivato Pignatone mi ha detto invece di non saperlo". "Stento a credere - ha proseguito l'ex sindaco di Roma - che Franco Panzironi fosse a libro paga di criminali e comunque non accetto che i cinque anni della mia amministrazione vengano identificati con questi problemi". Alemanno ha poi riferito di essere "rimasto scosso dalle intercettazioni. Io ho dato fiducia a queste persone, se hanno tradito la mia fiducia io me ne faccio carico politicamente".