La giunta Rossi si spacca sul riordino degli ospedali
La giunta Rossi ieri si è spaccata sull'approvazione della delibera di riordino della rete ospedaliera presentata dall'assessora alla salute Donata Borgonovo Re stralciando e rinviando ai primi mesi del 2015 la questione spinosa del futuro dei punti nascita. Tant'è, la mossa non è piaciuta ai due assessori dell'Upt, Mauro Gilmozzi e Tiziano Mellarini, che hanno votato contro la delibera.
«Noi - spiega Gilmozzi - avevamo chiesto che si prendesse una decisione definitiva e completa sulla rete ospedaliera non abbiamo condiviso lo stralcio della questione dei punti nascita. Temiamo che l'obiettivo sia quello di soffocare il servizio non sostituendo il personale e farci trovare davanti al fatto compiuto della chiusura. Noi pensiamo invece che si debba trovare un bilanciamento tra l'omologazione agli standard internazionali e la particolare situazione orografica del nostro territorio di montagna. Ci sono eccezioni anche in altre regioni al minimo di 500 parti».
L'assessora Borgonovo Re precisa che: «La delibera sulla rete ospedaliera che dà attuazione al piano di miglioramento approvato nella scorsa legislatura andava licenziata prima della Finanziaria perché i risparmi - tra i 3 e i 5 milioni di euro - sono previsti dal bilancio. Abbiamo deciso però di prevedere una delibera ad hoc sui punti nascita, una decisione che arriverà nei primi tre mesi del 2015 dopo un ulteriore confronto in giunta e con i territori valutando a mente sgombra le soluzioni possibili ascoltando chi è competente».
Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, cerca di rassicurare l'Upt: «Faremo tutte le verifiche possibili per adottare soluzioni differenziate sui punti nascita, come è stato fatto in Alto Adige. Non pensiamo ad una applicazione pedissequa degli standard nazionali c'è la possibilità di ragionare».
Ed è probabile che alla fine la giunta possa decidere di salvare i punti nascita di Cavalese e di Arco sacrificando solo Tione. Al no di Mellarini e Gilmozzi si sono associati anche i consiglieri provinciali dell'Upt, Gianpiero Passamani, Mario Tonina e Pietro De Godenz che hanno criticato l'assessora Borgonovo Re anche per non aver garantito un confronto in maggioranza sulla questione.
La delibera approvata ieri prevede anche la riorganizzazione dello screening mammografico che tante polemiche aveva suscitato nelle settimane scorse all'interno della stessa maggioranza con la concentrazione del servizio a Trento e Rovereto.
Lo screening in modalità tomosintesi garantirà una maggior accuratezza delle diagnosi. Vi sarà da un lato un aumento sia della sensibilità che della specificità del test, poiché si migliora la riconoscibilità delle lesioni neoplastiche, dall'altro una riduzione dei richiami dei falsi positivi. Saranno acquistati tre nuovi apparecchi (due per Trento e uno a Rovereto) dotati di tomosintesi con la centralizzazione della lettura dei referti. Gli apparecchi avranno un'operatività estesa fra le 7.30 del mattino e le 19.30 della sera e in prospettiva anche al sabato. Infine è stato dato mandato all'Azienda di valutare anche l'estensione della popolazione target alla fascia di età 45-74, a partire dal novembre 2015.