Napolitano monito contro la corruzione ma anche critiche a chi attacca i partiti
Monito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulla corruzione. «Non deve mai apparire dubbia la volontà di prevenire e colpire infiltrazioni criminali e pratiche corruttive nella vita politica e amministrativa", afferma riferendosi all'inchiesta Mafia Capitale, ma poi aggiunge: «La critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purché non priva di obiettività, senso della misura e capacità di distinguere è degenerata in anti-politica, cioè in patologia eversiva», ha detto ieri in un intervento all'Accademia dei Lincei.
Napolitano ha criticato duramente chi usa metodi non ortodossi nell'attività parlamentare («intimidazione fisica, rifiuto di ogni regola e autorità») e ha sottolineato il ruolo negativo dlel forze politiche che considera «senza speranze» ma ha anche fatto un riferimento ai «banditori di smisurate speranze». Secondo molti osservatori nel primo caso il riferimento sarebbe soprattutto al movimento CInque stelle, nel secondo al premier Matteo Renzi e alla sua tendenza all'annuncio a effetto peraltro tipica anche di uno dei suoi predecessori: Silvio Berlusconi.
Quanto alla critica ai tentativi di ostacolare l'attività parlamentare, attuati specie di fronte al ricorso frequente del governo alla decretazione d'urgenza e ai voti di fiducia, il presidente Napolitano è stato durissimo e anche in questa circostanza i destinatari del rimbrotto paionmo principalmente gli eletti M5S e secondariamente quelli della Lega Nord: «Mai era accaduto, come nel biennio scorso, l'avvio in Parlamento di metodi e atti concreti di intimidazione fisica, di minaccia, di rifiuto di ogni regola e autorità, di tentativi sistematici e continui di stravolgimento e impedimento dell'attività legislativa delle Camere», ha tuonato il Quirinale, parlando di «patologia dell'anti-politica».
A stretto giro di posta e con tratti di ironia la replica del movimento Cinque stelle: «Napolitano stia attento, perché rischia che lo denunciamo per vilipendio del oovimento Cinque stelle», ha detto Beppe Grillo, che ieri era a Roma per la conferenza stampa di presentazione della imminente campagna di raccolta firme il referendum sull’euro. La senatrice Barbara Lezzi giudica «una vergogna che il presidente della Repubblica sia entrato a gamba tesa sulla nostra conferenza sul referendum antieuro tacciandola di antipolitica, mentre resta in silenzio sulla vicenda di Mafia capitala e sui due partiti infestati dalla corruzione». Anche il suo collega Nicola Morra, considerato fra i duri e puri M5S, critica il Colle perché non entrain modo più deciso sullo scandalo della corruzione sollecitando l'esecutivo ad azioni rapide: «Parla di antipolitica ma non ha nulla da dire sullo strumento scelto per combattere la corruzione da questo governo. Siamo subissati dai decreti legge e Napolitano ne fa ogni volta un monito: ma una volta che davvero serviva un decreto, come sull’anticorruzione, la risposta del governo sono quattro disegni di legge».
Secondo il presidente Napolitano, le cui dimissioni potrebbero arrivare nelle prime settimane del 2015, «non c'è dubbio che in Italia è in atto una crisi che ha segnato un grave decadimento della politica, contribuendo in modo decisivo a un più generale degrado dei comportamenti sociali, a una più diffusa perdita dei valori che nell'Italia repubblicana erano stati condivisi e operanti per decenni».
Oggi, insiste Napolitano, c'è bisogno di «una larga mobilitazione collettiva volta a demistificare e mettere in crisi le posizioni distruttive ed eversive dell'anti-politica" e "insieme sollecitare un'azione sistematica di riforma delle istituzioni e delle regole che definiscono il profilo della politica". Napolitano sottolinea che "questo sforzo deve coinvolgere tutte le componenti dello schieramento politico. Soprattutto i giovani parlamentari devono impegnarsi "a servizio del Parlamento e del Paese, impedendo l'avvitarsi di cieche spirali di contrapposizione faziosa e talora persino violenta": devono invece alimentare "ragionevoli speranze per il futuro dell'Italia».
Quanto alla vicenda europea, ieri Napolitano ha parlato di «svalutazioni sommarie e posizioni liquidatorie» rispetto al disegno di unificazione: «Gli ingredienti dell'anti-politica si sono confusi con gli ingredienti dell'anti-europeismo. A ciò hanno certamente contribuito miopie e ritardi delle istituzioni comunitarie insieme a calcoli opportunistici degli Stati membri».