Renzi: ecco le norme anticorruzione. M5S: fate solo confusione
"Sulla corruzione, avevamo un impegno da mantenere", un impegno che consiste nel "cambiare le regole del gioco". Dopo un consiglio dei ministri durato un'ora esatta, il premier Renzi esordisce con questa parole in conferenza stampa per annunciare il via libera al pacchetto anticorruzione. E a chi già pensa che sia un compromesso al ribasso (con il Nuovo centrodestra), data l'assenza di norme per incentivare la denuncia e il pentimento, Renzi risponde con una battuta: "Se questo è un compromesso, sono pronto a fare compromessi tutta la vita. Contro la corruzione "possiamo andare a testa alta". Due giorni fa lo stesso procuratore di Roma, Pignatone, protagonista del'inchiesta Mafia Capitale, aveva sollecitato l'introduzione di una norma sul pentimento in fatto di corruzione, cioè di misure premiali che incentiverebbero la collaborazione con gli inquirenti e faciliterebbero l'intervento e la prevenzione.
Il Cdm ha varato un disegno di legge con quattro punti: pene un po' più severe che vanno da un minimo di sei (erano quattro) a un massimo di dieci anni per la corruzione (erano otto), con conseguente allungamento di un paio d'anni dei termini entro in quali questo reato cade in prescrizione; patteggiamento possibile solo se si restituisce il maltolto e comunque, grazie all'innalzamento delle pene, con scarsa possibilità di sfuggire del tutto il carcere, perché "sono finiti i tempi delle uscite gratis di prigione", sintetizza Renzi. Si prevedono anche confische e sequestri dei beni che i corrotti hanno sottratto, con la possibilità di agire anche sugli eredi; e appunto misure più generali per "allungare la prescrizione", ha annunciato il guardasigilli Orlando, per bloccarne il decorso due anni dopo la condanna in primo grado e un anno dopo l'appello. Ma se la prescrizione si allunga, "è fondamentale che le sentenze arrivino il più presto possibile", è l'appello rivolto da Renzi alle toghe.
La scelta dello strumento normativo, un disegno di legge, che prossimamente sarà trasmesso in parlamento, fa prevedere che la discussione sui contenuti è in realtà appena iniziata e sui tempi di approvazione non è facile fare previsioni.
Da alcune parti, a cominciare dal movimento Cinque stelle, sono arrivate critiche anche proprio allo strumento scelto dal governo: "Si abusa della decretazione d'urgenza, sottraendo spazi di democrazia al Parlamento, ma quando serve davvero un decreto con effetti immediati si fa un semplice disegno di legge. La montagna ha partorito il più classico dei topolini. Il consiglio dei ministri tanto sbandierato da Renzi come risolutore per la corruzione, non è che un insieme disordinato di norme. Ci vogliono leggi chiare, semplici ed efficaci, come quelle che noi abbiamo presentato da molto tempo sull'anticorruzione", è la critica che arriva dai membri della commissione giustizia.
Il testo inizierà l'iter dalla Camera e il Pd - annuncia il responsabile giustizia del partito David Ermini - presenterà un emendamento per consentire sconti di pena a chi collabora con gli inquirenti, uno dei punti su cui insistono i magistrati che si occupano di lotta alla corruzione: senza questi e altri incentivi è molto più difficile rompre il muro di gomma delle connivenze e dell'omertà.
Ma procedere per decreto su una materia così delicata non era possibile: "Non si fanno decreti su materie penali. Non si fanno per principio", taglia corto Renzi, che però chiede alle Camere "una risposta seria e, speriamo, il più veloce possibile"; e annuncia non solo la volontà di garantire una corsia d'urgenza al ddl, ma anche di l'intenzione di "mettere la fiducia, se sarà necessario". Insomma, in tema di corruzione e prescrizione il confronto parlamentare si annuncia intenso.
In consiglio dei ministri sono arrivate due proposte: una prevedeva di intervenire solo sulla corruzione propria, ed è quella che è passata; l'altra, più articolata con interventi sui diversi reati contro la pubblica amministrazione, compresa la corruzione in atti giudiziari, l'induzione indebita a dare e promettere utilità, la concussione. Per ora, di tutto questo non si parla. Forse saranno temi che saranno ripresi più in là. Ma a giudicare dalla rapidità con cui il Cdm si è concluso, dopo che la scorsa riunione si era prolungata fino a mezzanotte senza nessuna decisione in fatto di prescrizione sebbene su questo tema si fossero scatenate le polemiche dopo la sentenza Eternit, i ministri devono essere entrati a palazzo Chigi già con un'intesa di massima.
"C'è stata la piena condivisione di tutti", ha assicurato Renzi. L'intesa poggia su un testo forse più "light" di quanto si sarebbe potuto fare e che, di fatto, incide su un solo reato, ma che ha consentito di superare velocemente eventuali impasse di trovare un accordo sul nocciolo della questione".