Sanità, stop ai nuovi ticket: si attende l'indicatore Isee
I nuovi ticket sanitari provinciali sulle prestazioni specialistiche (farmaci, visite ed esami) saranno introdotti «solo a seguito della definizione da parte dello Stato del ricorso all'indicatore Isee». Solo se lo Stato non provvederà entro i primi tre mesi del 2015, la Provincia di Trento definirà un suo indicatore della condizione economica e patrimoniale per stabilire chi dovrà pagare il nuovo ticket e chi no.
È questa la linea concordata ieri tra il presidente della Provincia, Ugo Rossi , e l'assessora alla salute Donata Borgonovo Re , con il consigliere provinciale Mattia Civico , che in commissione aveva già ottenuto l'impegno della giunta a non procedere con l'applicazione dei nuovi ticket finché non fosse stato definito un meccanismo di valutazione della situazione economica e patrimoniale.
L'accordo raggiunto, che si tradurrà in un ordine del giorno che sarà presentato da Civico in consiglio provinciale e che impegna la giunta, significa che i ticket non saranno introdotti dal primo gennaio 2015, come voleva inizialmente il presidente Rossi, in base solo al criterio del reddito superiore ai 40 mila euro, ma si dovrà attendere che lo Stato applichi il nuovo indicatore Isee ai suoi ticket e a quelli di tutte le Regioni, compresa la nostra Provincia, come concordato nella conferenza Stato-Regioni. L'indicatore dovrebbe essere in fase di ultimazione ed è atteso per l'inizio dell'anno prossimo, ma si sa che i tempi romani non sempre rispettano le attese.
In ogni caso, piuttosto che procedere subito con l'elaborazione di un proprio indicatore tagliato su misura per i ticket sanitari, che oltre tutto rischierebbe di porci in conflitto con Roma e poi per un gettito previsto di soli 3,5 milioni di euro, si preferisce attendere ed adeguarsi all'Isee nazionale.
Si capirà allora dunque cosa effettivamente la Provincia riuscirà a incassare dai nuovi ticket che dovranno tener conto non solo del reddito sopra i 40 mila euro ma anche di altre variabili come i beni di proprietà e altri patrimoni oltre che dei carichi familiari.
Intanto, ieri è cominciato il dibattito sulla Finanziaria in consiglio provinciale dopo la relazione di lunedì del presidente Ugo Rossi. E le critiche al governatore sono venute non solo dalle opposizioni ma anche da qualche intervento della maggioranza come quello di Lucia Maestri . La consigliera del Pd ha risposto a Rossi nei nei giorni scorsi aveva dichiarato che per lui non c'è differenza «tra destra e sinistra» e che la differenza è solo tra innovatori e conservatori. Sul modello di Renzi.
«Rimango convinta - ha detto la consigliera in dissenso - che le scelte si basano su valori e differenze politiche. Sta nel come si danno risposte ai problemi dei cittadini che stanno le differenze politiche». E ha ammonito: «È dentro questi "come" che si sostanzia un'azione di governo che ribadisco non può definirsi "neutra". E perciò stesso non può essere terreno di sperimentazione di maggioranze "variabili", allungabili, allargabili».
Maestri ha poi espresso preoccupazione sia per il futuro della ricerca che per il sistema museale in particolare Mart e Muse.
Sia Walter Viola , capogruppo di Progetto Trentino, che Maurizio Fugatti (Lega nord), hanno evidenziato come nel suo intervento Rossi abbia cercato di prendere le distanze e segnare una cesura con le scelte e il periodo del suo predecessore Lorenzo Dellai. «Il tentativo di smarcarsi dalla giunta precedente - ha detto Viola - è strano, come se Rossi e Dellai fossero antagonisti. C'è da chiedersi, poi, quanta consapevolezza del momento ci sia. Il problema è più politico che economico, perché la strategia della giunta è stata improntata più alla preoccupazione di accontentare categorie che a creare vero sviluppo».
«Rossi - ha detto Fugatti - è un birichino nello spiattellare i conti del Pil provinciale per evidenziare i danni di 15 anni di dellaismo. Questi numeri fanno buon gioco a Rossi, ma non si possono dare le colpe sempre agli altri». La Lega dice no alla tassa di soggiorno, ai ticket e all'introduzione dell'Icef sul «progettone», gli assegni agli invalidi e ciechi e sulle case di riposo. Per Claudio Civettini (Civica Trentina): «Si tratta di un bilancio elettoralistico finalizzato alle elezioni comunali». Per Rodolfo Borga (Civica Trentina): «Ci sono tagli a casaccio senza una vera strategia». Massimo Fasanelli boccia i tagli ai compensi dei medici e l'obbligo di studiare solo tedesco e inglese. Per Filippo Degasperi (M5S): «È finito il mito del Trentino migliore del resto d'Italia». Di green economy come campo da sviluppare hanno parlato sia Luca Zeni (Pd) che Marino Simoni (Pt).