Attesa per l'ultimo discorso del Presidente Napolitano
Riforme subito in tutti i campi, coraggio della politica - ma serve anche uno scatto di reni dei cittadini - e fiducia, certo, per il futuro dell'Italia. E poi realismo senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà non facile in cui si trova il Paese. Massimo riserbo dal Quirinale sui contenuti ma potrebbe costruirsi intorno a questi concetti il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica.
Dovrebbe essere un messaggio leggermente più breve ma decisamente incisivo con l'obiettivo di scuotere positivamente un Paese accartocciato su se stesso, spaventato e sulla difensiva. Sarà il nono e l'ultimo per Giorgio Napolitano che oggi si congederà dagli italiani con un intervento che con tutta probabilità non rinuncerà ad almanaccare con un linguaggio semplice le criticità di passaggi parlamentari in realtà assai complessi e la farraginosità delle attuali dinamiche politiche, nonché le piaghe che ancora affliggono l'Italia. E spiegherà al Paese reale come è nato questo suo secondo ed eccezionale impegno da primo cittadino e naturalmente anche le personalissime ragioni di una conclusione anticipata del gravoso impegno che lui ha sempre dato per certa sin dal discorso di insediamento alle Camere.
Fiducia e coraggio non mancheranno nel messaggio: ma senza nascondere i tanti problemi da aggredire. Anche per questo Napolitano insisterà molto sui tanti esempi di un'Italia che funziona, che non si rassegna e che saprà risollevarsi da questi anni di crisi durissima. I giovani, la ricerca italiana d'eccellenza, le imprese che funzionano e ci ammirano nel mondo. Il presidente anche oggi batterà su questi tasti dopo aver già salutato il mondo della politica con un articolato discorso alle Alte cariche dello Stato nel quale ha sostenuto gli sforzi riformatori del Governo Renzi e messo in guardia tutti dai pericoli dell'anti-politica.
Il capo dello Stato da giorni sta scrivendo il suo messaggio. Punto per punto nel suo studio al Quirinale, chiedendo solo qualche consiglio ai suoi collaboratori più stretti. Poi, dopo le consuete prove televisive affinchè la diretta delle 20.30 sia ineccepibile, tutto sarà pronto per il congedo dal Paese. Napolitano certamente confermerà le linee che hanno guidato questi suoi quasi nove anni al Quirinale: forse cercherà di spiegare anche ai cittadini perché la riforma del bicameralismo paritario sia quasi propedeutica a tutte le altre o perché una nuova legge elettorale è vitale per il sano andamento della democrazia. Non dovrebbe indicare una data precisa per le sue dimissioni. L'orizzonte rimane la fine del semestre italiano di presidenza di turno dell'Unione europea e quindi dal 14 gennaio ogni giorno sarà buono per inviare ai presidenti delle Camere la lettera di uscita.