Il giorno delle dimissioni del presidente Napolitano
«Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato questa mattina, alle ore 10.35 - si legge in una nota del Quirinale - l’atto di dimissioni dalla carica. Il segretario generale della presidenza della Repubblica, Donato Marra, sta provvedendo a darne ufficiale comunicazione ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati e al Presidente del Consiglio dei Ministri».
Dopo le dimissioni d Napolitano, le funzioni di capo dello Stato supplente passeranno al presidente del Senato Pietro Grasso, come prevede l’articolo 86 della Costituzione.
«Giorgio Napolitano ha saputo essere la guida morale della Nazione, garante di stabilità, insegnando, con l’esempio, il rispetto della politica e delle istituzioni. A lui va la gratitudine dell’intera nazione e dell’Europa, che ha sempre trovato nel Presidente un interlocutore credibile e determinato, capace di ridare fiducia nella politica ai cittadini», così la presidente del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige, Chiara Avanzo, ha commentatola notizia delle dimissioni.
«L’auspicio è che la maggioranza possa ora trovare in tempi rapidi un successore che sappia assicurare la stabilità e la crescita del nostro Paese, nel rispetto delle specificità e della nostra Autonomia», aggiunge Avanzo.
In questi minuti stanno arrivando al presidente dimissionario attestati di stima e ringraziamenti da parte di numerosi esponenti politici e istituzionali, a cominciare dal premier Matteo Renzi che ha twittato "#GraziePresidente".
Ora scatta appunto la corsa alla successione e fra i nomi che corrisponderebbero a un profilo in grado di raccogliere consensi trasversali, si fanno in queste ultime ore quelli di Sergio Mattarella, Walter Veltroni, Anna Finocchiaro, Pierluigi Castagnetti e Piero Fassino, tutti di area Pd.
«Oggi abbiamo lavorato in segreteria sui requisiti e sull’identikit del futuro presidente della Repubblica. Sarà un candidato del Pd? dovrà essere rappresentativo», ha detto poco fail vicesegretario democratico Deborah Serracchiani, al termine della riunione a Largo del Nazareno, aggiungendo che si cercherà la «più larga condivisione possibile» ad eleggere il successore di Giorgio Napolitano.
L’obiettivo del Pd è arrivare all’elezione del futuro presidente «in tempi ragionevoli, al quarto o quinto scrutinio anche se non vogliamo dare numeri», ha sottolineato Serracchiani riprendendo affermazioni già fatta dal premier Renzi.
Un approccio cui però hanno già replicato in modo critico sia esponenti della minoranza Pd sia dell'opposizione parlamentare M5S e Sel, secondo i quali questa "anticipazione" che prevede il fallimento dei primi tre voti (in cui è richiesta la maggioranza qualificata) sottende un'intesa politica per un'elezione a maggioranza assoluta, dunque non con la larga condivisione auspicata. Un'intesa che, ovviamente, secondo queste voci critiche, sarebbe parte degli accordi fra Renzi e Berlusconi.
Ma oggi è il giorno del presidente uscente. "Certo che sono contento di tornare a casa!". C'è un che di liberatorio in questa ammissione che Giorgio Napolitano consegna con franchezza ad una bambina che a piazza del Quirinale con candore gli chiede se non gli dispiacesse un po' lasciare un così bel palazzo. Il presidente della Repubblica uscente non ha mai nascosto il peso dell'età e le difficoltà crescenti a portare avanti i "gravosi" compiti richiesti dalla guida del Quirinale e spiega con semplicità che al palazzo dei papi "sì, si sta bene, e' tutto molto bello ma si sta troppo chiusi, si esce poco". "Quasi una prigione", aggiunge forse pensando alla sua amatissima casa al rione Monti dove rientrerà finalmente oggi dopo quasi nove anni passati al Colle. E a Monti (pochi passi dal Quirinale) sarà festa per il rientro del vicino illustre.
È stato il presidente delle riforme a tutti i costi, elegante e "pignolo", come egli stesso ha confermato. Attento ad ogni dettaglio, lavoratore instancabile, profondo conoscitore della vita parlamentare e delle dinamiche politiche dell'intera storia repubblicana, Giorgio Napolitano domani firmerà di suo pugno le dimissioni che poi viaggeranno, portate personalmente dal segretario generale Donato Marra (per nove anni l'ombra del presidente), tra il Senato, la Camera e palazzo Chigi. E il suo ultimo messaggio agli italiani non poteva che essere nel solco del suo granitico "credo": unità del paese e riforme. Gli italiani, ha ripetuto stamattina, siano "sereni" per il futuro e soprattutto "molto consapevoli della necessita', pur nella liberta' di discussione politica e di dialettica parlamentare, della necessita' di un Paese che sappia ritrovare, di fronte alle questioni decisive e nei momenti piu' critici, la sua fondamentale unita'".
«Nel momento delle sue dimissioni, intendiamo esprimere il nostro sincero ringraziamento a Giorgio Napolitano. Siamo stati tra i primi a manifestare la necessità di un suo secondo mandato in presenza di una eccezionale contingenza politica ed istituzionale. In una fase di transizione particolarmente intensa e incerta, la sua disponibilità ha messo al servizio del Paese autorevolezza, levatura morale e civile, senso delle istituzioni. Questa transizione non è affatto conclusa, ma i cittadini possono contare oggi su una più fondata fiducia nelle istituzioni democratiche. Grazie di cuore, dunque, a Giorgio Napolitano. Il nostro impegno sarà concorrere ad eleggere un successore che mantenga l’alto profilo da lui rappresentato in questi anni», dichiarano in una nota congiunta l'ex presidente del Trentino Lorenzo Dellai e Lucio Romano a nome dei parlamentari e membri del governo aderenti a Democrazia Solidale.