Anche Prodi e Bersani in corsa per quirinarie del M5S
I Cinque Stelle hanno la loro rosa di nomi da far votare in rete per indicare il proprio candidato alla Presidenza della Repubblica: dieci nomi - che diventano subito nove con la rinuncia preventiva di Lorenza Carlassare, la giurista e costituzionalista acclamatissima tra i parlamentari che hanno indicato i nomi - tra i quali spiccano quelli di Romano Prodi e Pierluigi Bersani.
Un colpo di scena che potrebbe rivoluzionare tattiche e strategie per l'elezione del prossimo Capo dello Stato. Se infatti Grillo e Casaleggio spiegano che Prodi è stato inserito per "onorare l'impegno preso con i parlamentari del Pd" di inserire il nome da loro proposto nella consultazione da fare in rete, la candidatura di Bersani arriva come un netto segnale politico della disponibilità del Movimento a voler spezzare il patto del Nazareno.
A farla è uno dei componenti del direttorio a Cinque Stelle: Alessandro Di Battista. Lui chiarisce in streaming di non sapere ancora se quella sarà la sua scelta, ma indica chiaramente che questa è un'opzione che il Movimento deve prendere in considerazione. Con lui ci sono anche altri deputati: "Serve un nome che destabilizzi mister Bean e gli dia uno schiaffone". Ma il nome 'vero' su cui M5s punta è quello di Prodi: anche il nuovo 'ideologo' del Movimento, Aldo Giannuli, opta per questa opzione. "L'unico nome che può essere speso, per incidere profondamente nel Pd è quello di Prodi" afferma sul suo blog dove spiega "Perchè il M5s deve votare Prodi". Il M5s offre insomma alla minoranza Pd e a Sel la sua disponibilità a convergere su Prodi (o eventualmente Bersani) per indebolire Renzi ma rafforza allo stesso tempo il premier nella trattativa con Berlusconi consentendogli di tenere alta la candidatura di Mattarella.
Nome non uscito nelle candidature per le Quirinarie ma su cui un deputato M5s, Giuseppe Brescia, avvia una personale consultazione via Facebook dopo aver dato 'prova' di fedeltà allo spirito M5s votando per le Quirinarie Roberto Scarpinato e Salvatore Settis. Nessuno, a questo punto, si stupirebbe se il risultato delle Quirinarie indicasse proprio Romano Prodi come il candidato 'di bandiera' del M5s. Una strategia che sul blog fa indignare molti attivisti ma che riceve il plauso di quanti salutano con soddisfazione la svolta. "Prodotà!" ironizza qualcuno in rete, in bilico tra gli indignati ("il mondo intero ci riderà dietro") e chi è contento della nuova via ("Certo Prodi non è il candidato eccellente ma un'inversione di marcia. Sarà meglio sarà peggio, questo non lo so, ma io voterò Prodi").
Gli altri nomi che verranno offerti alla Rete sono invece 'puri' candidati di bandiera del M5s: Raffaele Cantone, Nino Di Matteo, Ferdinando Imposimato, Elio Lannutti, Paolo Maddalena, Salvatore Settis e Gustavo Zagrebelsky. Il 'prescelto' sarà votato dal Movimento dal primo scrutinio anche se il blog avverte che "se dal quarto scrutinio i cambi di maggioranza dovessero portare ad un nome condiviso tra più forze politiche in Parlamento si deciderà come meglio muoverci con una votazione lampo sul blog". La 'graticola' per i candidati alla Presidenza è andata 'orgogliosamente' in streaming, ricompensando i parlamentari M5s dello schiaffo subito tenendoli fuori dai 'giochi' sul Colle. Il dibattito è stato serrato; hanno detto la loro in 68, proponendo nomi tra i più vari: da Cofferati ad Umberto Eco, da Magalli a Benigni, passando per le icone No Tav come Erri De Luca e Alberto Perino fino ad arrivare a Paolo Savona e Dario Fo.