Sergio Mattarella, dal Parlamento alla Corte costituzionale
Palermitano, classe 1941, Sergio Mattarella, che domani potrebbe diventare presidente della Repubblica, dal 2011è giudice della Corte costituzionale.
Viene da una famiglia di tradizione democristiana. Il padre, Bernardo, fu tra i fondatori della Dc siciliana, deputato alla Costituente e ministro dei Trasporti, del Commercio estero e delle Comunicazioni tra la metà degli anni '50 e '60.
Anche il fratello Piersanti aveva intrapreso la carriera politica riuscendo in poco tempo ad arrivare alla carica più alta della regione e mettendo al primo posto la lotta alla mafia e alla corruzione. Proprio per questo, mentre era governatore della Sicilia, il giorno dell'Epifania del 1980, quando era appena quarantacinquenne fu brutalmente ucciso da un agguato a colpi di pistola da parte di Cosa Nostra.
Tre anni dopo Sergio Mattarella, avvocato e docente di diritto parlamentare all'università di Palermo, viene eletto deputato con la Dc. Negli anni Ottanta è ministro dei Rapporti con il Parlamento nei governi De Mita e Goria. Poi ministro dell'Istruzione con Giulio Andreotti, carica dalla quale si dimette nel 1990 in segno di protesta contro l'approvazione della legge Mammì che, di fatto, favorì l'ascesa economica di Silvio Berlusconi.
Nel 1993 è "padre" della riforma della legge elettorale in senso maggioritario che porta il suo nome, il Mattarellum, sostituita nel 2013 dal cosiddetto Porcellum.
Dopo Tangentopoli è alla guida del rinnovamento democristiano. Tra il '92 e il '94 è direttore del Popolo, il quotidiano del partito e dopo la frammentazione Dc è tra i promotori del Partito popolare italiano.
Nel 1996, con la vittoria elettorale dell'Ulivo guidato da Romano Prodi è capogruppo dei popolari alla Camera e diventa vicepresidente del Consiglio quando, dopo la caduta di Prodi, l'incarico venne assunto da Massimo D'Alema. Nei secondi governi D'Alema e Amato, Sergio Mattarella è ministro della Difesa.
Nel 2001 è nuovamente eletto deputato nelle liste della Margherita e riconfermato a Montecitorio nel 2006 per la lista dell'Ulivo carica che ha ricoperto fino al 2008. Eletto dal Parlamento giudice della Corte costituzionale il 5 ottobre 2011.