Libia, Tonini: «Dovremo difenderci con i soldati»
«Se il rischio è quello dell'arrivo di una marea nera ci dovremo difendere. Se l'Isis prende la Libia non può non essere interpretato come un attacco diretto all'Italia e all'Europa.»
«Se il rischio è quello dell'arrivo di una marea nera ci dovremo difendere. Se l'Isis prende la Libia non può non essere interpretato come un attacco diretto all'Italia e all'Europa. Dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti politici e militari perché ciò non avvenga e perchè nell'area si arrivi alla stabilizzazione». Ne è convinto Giorgio Tonini, capogruppo del Pd in commissione Esteri, intervistato dalla Stampa. Nel Paese nordafricano a suo avviso "serve un'iniziativa internazionale di pressione. Ma la preoccupazione è che ormai sia fuori tempo massimo".
"Occorre - spiega - una rapida riconciliazione tra le due entità che si dividono la Libia. Se non lo fanno finirà per esserci una Libia sola e sarà una Libia nera, del nero del Califfato". Tonini non escluderebbe l'invio di forze di terra. "Il nostro esercito non esiste solo per le operazioni di peace keeping - ricorda -, ma serve innanzitutto per difendere la patria. Quando da varie parti si dice che possiamo fare a meno, ad esempio, dell'aeronautica, o magari ridurre radicalmente le spese militari, bisogna stare attenti".
"È ora di capire che siamo al centro dell'area più pericolosa del mondo e che ora non si scherza più".
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