Dean Potter, l'uomo ragno dei canyon, morto dopo un salto da 2.200 metri
L’ultimo volo di Dean Potter: uno degli atleti di sport estremi più famosi d’America è morto dopo essersi lanciato con la tuta alare dal ciglio di un promontorio, Taft Point, nel parco nazionale di Yosemite, in California. Potter, l’«Uomo Ragno del Gran Canyon», famoso per le sue acrobazie da funambolo in alta quota, si è schiantato a terra insieme con un altro noto «base jumper», Graham Hunt.
Era partito al crepuscolo da 2.286 metri di quota con indosso la tuta alare. Taft Point è a poca distanza dai massicci di Half Dome e El Capitan, teatro di altre sue leggendarie imprese.
I corpi sono stati avvistati da un elicottero dopo che per ore se ne erano persi i contatti. Qualcosa nell’ultimo volo è andato storto: cercando di evitare una sporgenza di granito, i due «base jumpers» sono invece capitombolati roccia dopo roccia senza riuscire ad aprire i paracadute.
Il «Base jumping», in pratica un lancio da un ciglio di montagna con il paracadute che si apre pochi secondi prima dell’impatto, è illegale nei parchi nazionali e anche a Yosemite le autorità fanno il possibile per frenarne l’attività. Potter per anni aveva eluso i controlli anche a costo di perdere sponsorizzazioni: in novembre dopo l’uscita del film «Valley Uprising» la società di prodotti alimentari per lo sport Clif Bar aveva tagliato i ponti con lui e con quattro altri atleti giudicando «troppo rischioso» il loro comportamento.
Dean aveva cominciato a lanciarsi per battere un sogno ricorrente che, notte dopo notte, lo vedeva precipitare in caduta libera: per lui una premonizione di morte. «Se devo morire voglio farlo a mio modo», aveva spiegato a Espn nel 2008. Sempre quell’anno aveva confidato al New York Times che parte di lui diceva che era pazzo a pensare di poter volare, «ma un’altra parte di me pensa che è un sogno intrinseco dell’uomo. Perchè non inseguirlo?».
Potter collezionava imprese una dietro l’altra. Era stato il primo a scalare tre delle più famose «pareti» a Yosemite in un solo giorno e solo un mese fa aveva conquistato l’Half Dome in un’ora e 19 minuti, completando l’intera impresa sotto le 2 ore e 18, un record assoluto. Era anche famoso per le camminate funamboliche su una corda di nylon tesa tra i canyon più spettacolari del mondo e per i «base jumping», alcuni dei quali effettuati con in spalla il cane, Whisper, che era diventato una celebrità per conto suo.
Giovedì scorso anche in Trentino era morto un praticante del base jumping: Sebastian Müller, venticinquenne tedesco, è stata la diciassettesima vittima di questo sport sul Brento dal 2000 ad oggi.
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