Anche il Trentino a Bruxelles per la libertà di stampa
Il 30 giugno si è tenuto a Bruxelles, presso la sede del Parlamento europeo, il seminario «Is Media Freedom in Europe under Threat?...and what can we do about it?» a cui sono intervenuti, moderati dal vice-presidente del Pe Alexander Graf Lambsdorff, Luisa Chiodi di Obc; Margo Smit, direttrice del Dutch-Flemish Association of Investigative Journalists (Vvoj); Henrik Kaufholz, del network internazionale Scoop con sede in Danimarca e infine Hans-Ulrich Jörges, direttore del settore «Special Affairs» del gruppo editoriale tedesco Grüner + Jahr.
Il seminario era parte di una giornata di presentazione presso il parlamento dell’ECPMF, European Center for Press and Media Freedom, nuovo centro che si dedicherà alla difesa della libertà dei media e di stampa in Europa. Quest’ultimo ha sede a Lipsia – città dove il 9 ottobre del 1989 scesero in piazza 70mila cittadini per manifestare chiedendo il rispetto delle libertà civili e in particolare la libertà di stampa – e vede tra i suoi soci fondatori anche Osservatorio Balcani e Caucaso con sede a Rovereto.
Al fianco di Obc e della Media Foundation Sparkasse Leipzig, che ha avviato l’iniziativa, una ventina di partner provenienti da 15 paesi diversi. Tra loro testate giornalistiche, centri di ricerca, associazioni di giornalisti e sindacali, Ong e altre istituzioni impegnate nel campo della libertà dei media.
La giornata a Bruxelles è stata un’occasione per presentare l’ECPMF ma soprattutto per dibattere – nella mattinata con il presidente del parlamento europeo Martin Schulz e poi durante il seminario – di libertà dei media in Europa.
Quest’ultimo è un problema che riguarda profondamente anche il nostro continente. Dal World Press Freedom Index 2015, redatto da Reporter Senza Frontiere, emerge infatti una drammatica regressione della libertà di stampa nel mondo, con un peggioramento sensibile anche nei paesi dell’Ue e del sud-est europeo, senza dimenticare le gravissime condizioni di chi si trova ad operare in contesti di aperto conflitto come nel caso dell’Ucraina.
E dagli interventi al seminario è emersa una presa d’atto delle molte situazioni critiche che in tutta Europa vedono la libertà di informazione esposta a multiformi pressioni e attacchi: lo ha sottolineato in particolare Alexander Graf Lambsdorff, vice-presidente del Pe, citando il caso in Germania dell’arresto di un giornalista di Al Jazeera – poi rilasciato – effettuato dalle autorità tedesche su pressioni del governo egiziano.
Margo Smith, direttrice del Dutch-Flemish Association of Investigative Journalists, ha evidenziato come lo stesso PE può e deve fare di più per tutelare la libertà di informazione in Europa, a partire dall’attuale discussione in corso sul tema del segreto commerciale.
Grande preoccupazione è emersa in sala per la situazione nei paesi dell’allargamento e del partenariato orientale. È stato Alexander Graf Lambsdorff a evidenziare come «i paesi seguiti da Osservatorio Balcani e Caucaso sono i più delicati per quanto riguarda la libertà dei media in Europa». «Senza libera informazione viene gravemente ostacolato il funzionamento delle nostre società democratiche. È per questo che Obc è costantemente impegnato su tale tema e ora partecipa a questa vasta e ambiziosa rete europea», ha aggiunto Luisa Chiodi, direttrice di Obc, sottolineando inoltre che le storie di giornalisti che difendono la libertà di stampa in situazioni difficili sono e debbono essere esempio per tutti in Europa.
Ides Debruyne, di Journalismfund, ha evidenziato come non si sia riusciti ancora a definire un modello sostenibile, dal punto di vista economico, per favorire il giornalismo di qualità. In un’Europa allargata sono quanto mai necessarie ad esempio le inchieste investigative transnazionali, che implicano però investimenti notevoli.
L’appuntamento di Bruxelles è uno dei molti in programma. Proprio il 2 luglio a Roma, presso il Senato, promosso in collaborazione con l’ECPMF da Ossigeno per l’Informazione si è tenuto un nuovo evento. «Negli ultimi mesi centinaia di giornalisti, fotografi e operatori video sono stati uccisi, feriti, rapiti, minacciati o citati in giudizio. L’Europa purtroppo non costituisce un’eccezione» ha scritto per quest’occasione il Commissario per i Diritti Umani, Nils Muižnieks, al direttore di Ossigeno per l’Informazione, Alberto Spampinato, dichiarando profondo interesse per la conferenza internazionale «Proteggere i giornalisti, conoscere le verità scomode», presieduta da Sergio Zavoli e con l’intervento del presidente del Senato, Pietro Grasso. «Purtroppo – ha aggiunto il Commissario per i Diritti Umani - molti stati membri, comprese le cosiddette antiche democrazie, rifiutano di affrontare questi problemi».
Davide Sighele
Osservatorio Balcani e Caucaso