Julian Assange chiede asilo Ma Parigi gli chiude la porta
Julian Assange bussa alla porta della Francia, ma Parigi non è al momento intenzionata ad aprire. In una lunga lettera inviata al presidente Francois Hollande e pubblicata dal quotidiano Le Monde, il fondatore di Wikileaks, che vive da tre anni e dieci giorni barricato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, chiede che gli sia concesso l'asilo politico in Francia, in quanto «giornalista perseguitato e minacciato di morte dalle autorità statunitensi a causa della mia attività professionale».
L'Eliseo, però, ha subito gelato le sue speranza: con un sintetico comunicato dai toni distaccati ha fatto sapere di non aver intenzione di «dare seguito alla richiesta, dato che un'analisi approfondita della situazione di Assange esclude che ci siano pericoli immediati per la sua vita».
Frattanto, i procuratori svedesi si sono detti pronti ad andare a Londra per interrogare Julian Assange, cercando così di sbloccare uno stallo che dura da cinque anni nell'inchiesta sulle accuse di abusi sessuali.
Gli inquirenti avevano in precedenza rifiutato di spostarsi a Londra, ma il procuratore capo Marianne Ny ha spiegato il cambio di atteggiamento con la prescrizione, nel prossimo agosto, di alcuni reati. Ny ha precisato di avere chiesto ai legali di Assange di interrogarlo a Londra e di avere un campione di Dna. Il fondatore di Wikileaks - ha detto uno dei suoi avvocati, Per Samuelson, che gli ha parlato questa mattina - probabilmente accetterà l'interrogatorio a Londra dopo aver esaminato i dettagli. "È una cosa che abbiamo chiesto per oltre quattro anni", ha aggiunto Samuelson, "Julian Assange vuole essere interrogato in modo da poter essere prosciolto".
E se Assange non trova ancora una via di uscita, è invece già quasi un divo hollywoodiano Edward Snowden, l'ex consulente della National Security Agency e della Cia, che nel 2013 ha dato il via allo scandalo globale Datagate, svelando il massiccio uso da parte di Usa e Gran Bretagna, di programmi spia per ottenere informazioni su cittadini e governi in tutto il mondo. Mentre esce il 16 aprile in Italia con Iwonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, Citizenfour, il documentario premio Oscar realizzato su di lui da Laura Poitras, arrivano in rete nuove foto dal set di 'Snowden', il film di Oliver Stone con protagonista Joseph Gordon-Levitt, nelle sale Usa a Natale.
Un ritratto, tra realtà e cinema, di Snowden, ricercato dagli Usa per furto di dati governativi e diffusione di informazioni coperte dal segreto di Stato, ora in asilo temporaneo a Mosca insieme alla compagna Lindsay Mills (che nel film di Stone ha il volto di Shailene Woodley). Citizenfour (in programma anche al prossimo Biografilm Festival di Bologna) è la cronaca della vicenda in tempo reale, con un passo da spy-thriller, partendo dai primi contatti a fine 2012 in email criptate tra l'informatico e Laura Poitras, pluripremiata autrice e reporter abituata a confronti duri con le autorità Usa, trattando temi controversi, come la guerra in Iraq, nel documentario My Country, My Country (candidato all'Oscar nel 2007) e Guantanamo in 'The Oath'.
La cineasta e i giornalisti Glenn Greenwald e Ewen MacAskill insieme incontrano Snowden, collaboratore indipendente per la Nsa dal 2009 al 2013 oltre che consulente esperto per la Cia, nel giugno di due anni fa in un hotel di Hong Kong. L'uomo gli consegna i documenti segreti che i tre rendono pubblici nelle loro inchieste per il Guardian e il Washington Post, poi premiate con il Pulitzer. Il film riflette il pudore a livello personale di Snowden e la sua convinzione di agire nella maniera giusta tanto da prendersene appieno la responsabilità rivelando subito la sua identità, nella famosa prima intervista filmata dalla Poitras, finita sulle tv di tutto il mondo.
''La mia sola motivazione - dice Snowden- è informare le persone su quello che viene fatto in loro nome e quello che viene fatto contro di loro''. Si raccontano inoltre gli effetti delle rivelazioni nei governi esteri e in quello Usa (''Snowden non è un patriota'' dice Obama); la fuga di Edward da Hong Kong, e l'arrivo in Russia grazie anche all'aiuto di Julian Assange e Wikileaks. ''Le rivelazioni di Edward Snowden - ha detto Laura Poitras ricevendo l'Oscar - non mettono in luce solo una minaccia alla nostra privacy ma alla nostra stessa democrazia. Quando le decisioni che ci governano sono prese in segreto, noi perdiamo il potere di controllare e governare noi stessi''. Laura Poitras, Greenwald e MacAskill li ritroveremo, interpretati rispettivamente da Melissa Leo, Zachary Quinto e Tom Wilkinson anche in 'Snowden' di Oliver Stone, che ha nel cast, fra gli altri, anche Scott Eastwood e Nicolas Cage.
Il regista di J.F.K, che ha definito questa vicenda ''la più grande storia del nostro tempo'' ha basato la sceneggiatura sul libro-inchiesta The Snowden Files di Luke Harding e su 'Time of the Octopus' scritto dall'avvocato russo dell'ex consulente dell'Nsa, Anatoly Kucherena, che ricostruisce in forma di romanzo, le tre settimane passate da Snowden all'aeroporto di Mosca, prima di ottenere asilo politico. Snowden - ha spiegato su facebook Joseph Gordon-Levitt, commentando una foto dal set - si era arruolato nell'esercito nel 2004. Voleva andare a combattere in Iraq ma durante l'addestramento di base a Fort Benning, si è rotto entrambe le gambe ed è stato congedato. Dopo ciò era ancora determinato a servire il suo Paese (amatelo o odiatelo, ma dovete ammettere che ha una forte volontà)...''.