Profughi, l'appello della Ue Ecco i numeri della crisi
«Ieri c’è stato un primo passo storico, genuino e lodevole, espressione della solidarietà Ue. Ma non può essere la fine della storia. È tempo di ulteriori azioni coraggiose determinate e concertate da parte delle Istituzioni Ue e degli Stati». Lo sostiene in una nota il presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker.
«Nonostante le nostre fragilità, e le debolezze che percepiamo noi stessi - aggiunge Juncker - oggi l’Europa è vista come un luogo di rifugio e di esilio. Si tratta di qualcosa di cui andare fieri, anche se ciò comporta delle sfide. E la principale priorità oggi è, e deve essere, affrontare la crisi dei rifugiati».
Quella con cui deve fare i conti l’Unione europea in questi mesi è l’emergenza profughi più grave dalla Seconda guerra mondiale. Ecco i numeri che fotografano la portata del fenomeno.
- 500 mila. È il numero delle persone che dal Medio Oriente e dall’Africa hanno finora cercato rifugio in Europa quest’anno.
- 350 mila. Coloro che potrebbero essere considerati come rifugiati e quindi usufruire del diritto d’asilo in Europa.
- 120 mila. I rifugiati che, in base al pacchetto Ue approvato oggi a maggioranza, saranno ripartiti tra i Paesi dell’Unione e che attualmente si trovano in Grecia, Italia e Ungheria (ma quest’ultimo Paese si è chiamato fuori dall’intesa)
- 40 mila. I rifugiati ora in Grecia e Italia (a cui si aggiungono gli altri 120mila) oggetto di una decisione di ripartizione tra i Paesi Ue presa prima dell’estate - 800mila. Le domande di asilo che la Germania si attende complessivamente per quest’anno.
- 350 mila. Il numero di migranti arrivati finora quest’anno in Grecia.
- 4 milioni. I siriani attualmente sfollati in altri Paesi mediorientali e in Turchia.
- 6 mila euro. Gli aiuti Ue per ciascun rifugiato che il Paese d’accoglienza riceverà.