Parigi, Charlie Hebdo perde i pezzi, va via anche Patrick Pelloux
Continua la fuga di firme storiche da Charlie Hebdo, il periodico satirico decimato a gennaio dal sanguinoso attentato terroristico nei locali della redazione a Parigi. Dopo il celebre Luz, firma di decine di vignette sulle prime pagine del giornale, è toccato al medico Patrick Pelloux, da 12 anni fra le firme più assidue sulle colonne della rivista, annunciare l’addio. «Se ho deciso di smettere di scrivere su Charlie Hebdo - ha detto - è perchè c’è qualcosa che è finito». Il 7 gennaio scorso, dopo l’irruzione dei fratelli Kouachi in redazione e l’uccisione di 12 persone, Pelloux fu uno dei primi ad arrivare sul posto e a rendersi conto delle proporzioni della strage. Fu lui il primo della redazione con il quale prese contatto il presidente Francois Hollande, che già lo conosceva bene per il suo operato come medico della protezione civile e che in seguito lo ha decorato con la Legion d’Onore. «È chiaro che ci sono problemi con la redazione - ha commentato la sua collega Zineb El Rhazoui, militante per i diritti umani - Patrick fa parte di quelli che sono nel mirino da mesi». La redazione e la direzione di Charlie Hebdo si sono lacerate, negli ultimi mesi, su questioni finanziarie e sul modo di procedere. L’ultima copertina del periodico, con il disegno del piccolo Aylan morto sulla spiaccia di Bodrum e, accanto, la riproduzione di una pubblicità McDonald’s (2 menù bambini al prezzo di 1) ha attirato sul giornale una valanga di critiche.