Flp: no all'Agenzia delle entrate provinciale «Il fisco resti statale, garanzia di neutralità»
«Ci piacerebbe poter favorire un sistema dei controlli fiscali che segua logiche più aderenti alle caratteristiche del territorio, considerato che oggi sul mondo delle imprese trentine si registra spesso un'attenzione molto più forte rispetto al resto d'Italia». Così parlò Ugo Rossi, sull'Adige del 24 novembre 2013. Una frase tornata di grande attualità dopo che, ieri, la Federazione lavoratori pubblici (Flp) del Trentino Alto Adige ha lanciato, per voce del segretario Giuseppe Ventrone e del suo vice Carmelo Urgesi, un allarme: «La Commissione dei 12 vuole rendere provinciali le agenzie fiscali: dal primo gennaio 2017, oltre a controllare la sanità, le scuole, l'agenzia del lavoro e molto altro ancora, le provincie di Trento e Bolzano metteranno le mani anche sul fisco. Per noi si tratta di una proposta inaccettabile».
I circa novecento lavoratori (equamente divisi tra Trento e Bolzano), diventerebbero quindi dipendenti provinciali e non più statali. Secondo il sindacato il problema non sarebbe chi paga lo stipendio di queste persone, ma si tratterebbe di una questione di trasparenza, neutralità e terzietà dello Stato.
«Provincializzare Agenzia delle entrate, Agenzia del territorio, Agenzia delle dogane, Ufficio dei monopoli di Stato e Commissione tributarie è una dimostrazione di quella che noi definiamo "bulimia di potere". Il controllato diventerebbe nel contempo controllore, visto che la gran parte delle aziende sono provinciali o almeno partecipate: secondo voi Ugo Rossi farebbe fare delle verifiche fiscali nei confronti di soggetti che lui stesso controlla? Ci sarebbe un clamoroso conflitto di interesse. E poi come farebbero i dipendenti a disubbidire al proprio datore di lavoro, che diventerebbe la Provincia? Il fisco deve restare statale, in nome della neutralità».
Tra l'altro assumere oltre quattrocento dipendenti in un momento di tagli e di difficoltà non sarebbe certo un'operazione facile per la Provincia, ma evidentemente il gioco varrebbe la candela. Ventrone e Urgesi sono decisi ad andare fino in fondo.
«Questa mattina tutti i dipendenti leggendo il giornale scopriranno questa novità. Nei prossimi giorni inizieremo a parlare con loro e a spiegare, facendo assemblee e incontri. Dalle primissime telefonate possiamo già dire che la maggior parte sono contrari. Poi scriveremo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che è «ostaggio» in questa operazione, che ci suona come un «do ut des»: crediamo che il governo ci voglia abbandonare al nostro destino per assicurarsi qualche voto da parte di fantomatici politici locali. Utilizzeremo tutti i mezzi a nostra disposizione per non fare realizzare questa provincializzazione, protestando in maniera civile e democratica, ma decisa. Non possiamo accettare che in regione gli uffici statali vengano ridotti sostanzialmente a zero. A questo punto Trento e Bolzano non sarebbero più provincie autonome, ma dei veri e propri stati indipendenti».